BASTA AUTOLESIONISMO SUL CICLO DEI RIFIUTI di Riccardo BREZZA

“Il tempo che stiamo vivendo impone il coraggio delle strade nuove e meno battute, e molte delle risorse che arriveranno sui territori dell’Europa nei prossimi anni andranno proprio nella direzione di un nuovo green deal…… Occorre che la politica recuperi visione e coraggio e faccia scelte concrete nella direzione di nuovi investimenti e politiche pubbliche di larga prospettiva”

Il tema della gestione del ciclo dei rifiuti nel VCO torna ad occupare gli organi di informazione locale e nuovamente si denota la scarsa capacità del centrodestra, già vista dal 2009 al 2013, nel gestire questo fondamentale asset economico per il nostro territorio. Ancora una volta infatti l’Amministrazione Provinciale viene meno al suo ruolo di programmazione e coordinamento delle politiche provinciali e si limita a fare l’inconsapevole arbitro.

Con un approccio burocratico ed autolesionista il Presidente Lincio ha infatti inoltrato in data 16 ottobre una nota a tutti comuni soci dell’azienda partecipata e alla Regione Piemonte con la quale sostanzialmente comunica che dal febbraio 2021, data di scadenza della proroga dell’autorizzazione all’uso di Prato Michelaccio, l’azienda partecipata dei rifiuti dovrà cessare di utilizzare l’area e trasferire gli impianti ora lì in uso in altro sito, dando quindi avvio a quel piano B che danneggerà il territorio e farà lievitare i costi del servizio di smaltimento e conseguentemente anche i costi in bolletta per i cittadini del VCO. Nella nota nessun accenno all’ulteriore e auspicabile proroga che potrebbe concedere la Regione Piemonte. Appare chiara quindi la volontà di non scegliere e di scaricare tutte le responsabilità su Conser Vco e sui Comuni soci. Questa scelta è ovviamente evitabile, basterebbe che la Politica tornasse a svolgere il suo compito, non delegando sempre per paura a miopi interpretazioni tecniche.

Riepilogando le ultime puntate sulla vicenda quel che va messo in rilievo, senza volerci addentrare troppo in aspetti tecnico-burocratici di difficile comprensione per i non addetti ai lavori, è l’ormai annosa questione legata al futuro dell’impianto di smaltimento rifiuti sito in località Prato Michelaccio presso il Comune di Mergozzo. La nota vicenda vede contrapposti Provincia e Conser Vco da anni, nell’interpretare le norme che regolamentano le possibilità di utilizzo dell’area. Interpretazioni discordanti che hanno raggiunto l’apice con il ricorso al TAR presentato da Conser Vco, Consorzio dei Rifiuti e comuni nei primi mesi del 2019. Dal giugno 2019, preso atto della granitica posizione della Provincia del VCO, che ritiene non si possano più gestire le operazioni di smistamento e stoccaggio rifiuti in quell’area,  vi è stata una netta accelerazione negli adempimenti da parte di Conser Vco. In poco meno di un anno infatti sono stati concertati con i comuni soci dell’azienda almeno due importanti investimenti da realizzare per invertire la rotta:

  1. Un nuovo sito di stoccaggio e conferimento dei rifiuti presso il Comune di Ornavasso, che vada a sostituire quello di Prato Michelaccio (con possibilità di realizzazione di un impianto di smaltimento dei cd “rifiuti ingombranti”).
  2. Un nuovo impianto di smaltimento della frazione organica, (bio-digestore), presso il Comune di Premosello nella frazione di Cuzzago. Un impianto importante per generare economie di scala sul territorio, abbattere i costi di smaltimento, garantire una ripartenza del ciclo dei rifiuti provinciale di fatto interrotto con la chiusura del termovalorizzatore di Mergozzo nel 2012 decisa della Giunta di Massimo Nobili.

Di fronte a queste prospettive così importanti e di rilancio per tutto il territorio, che hanno già visto l’approvazione di due progetti di fattibilità all’unanimità nel luglio 2020 da parte dell’assemblea del Consorzio Rifiuti del VCO, l’Amministrazione Provinciale a guida del Presidente Lincio conferma la sua linea iper-burocratica e decide di lavarsene le mani inoltrando la nota scritta descritta nell’incipit di questo pezzo.

In tutto ciò nessun confronto con i comuni del VCO è stato concesso nemmeno in sede di Assemblea dei Sindaci, sebbene ne sia stata chiesta la convocazione ad hoc per ben due volte, come prevede lo Statuto della Provincia stessa.

Questa vicenda dimostra chiaramente e drammaticamente due cose. La prima è che l’incapacità dell’Amministrazione Provinciale provocherà danni al territorio, come spesso è accaduto, e ulteriori costi sulle spalle dei cittadini, in una situazione già difficile come quella che stiamo vivendo. La seconda è che, incomprensibilmente, vi è una parte della classe dirigente locale che non comprende la potenzialità del settore dei rifiuti nel nostro territorio. Un asset economico fondamentale che potrebbe rappresentare uno dei pochi settori industriali in grado di sostenere l’economia territoriale e creare nuova occupazione. Oltre che ovviamente creare sistemi di economia circolare virtuosi e con un forte taglio ecologico e ambientale.

Il tempo che stiamo vivendo impone il coraggio delle strade nuove e meno battute, e molte delle risorse che arriveranno sui territori dell’Europa nei prossimi anni andranno proprio nella direzione di un nuovo green deal. Gli interventi sopra descritti, insieme a molti altri, rientrano pienamente in questo solco. Occorre che la Politica recuperi visione e coraggio e faccia scelte concrete nella direzione di nuovi investimenti e politiche pubbliche di larga prospettiva.

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(c.z.) Questo pezzo di Riccardo Brezza richiama l’attenzione della sonnolenta politica provinciale sulla gestione del ciclo dei rifiuti, di cui le Destre non hanno purtroppo mai colto il triplice, fortissimo impatto per il nostro territorio: impatto ambientale, impatto economico, impatto occupazionale. Gestito con lungimiranza, coraggio e oculatezza, il ciclo dei rifiuti non soltanto preserva e valorizza la qualità ambientale di Verbania e del Vco (all’avanguardia nazionale sino a una dozzina d’anni fa), ma costituisce un segmento imprenditoriale e industriale a elevatissimo ritorno occupazionale (a cavallo tra fine anni ’90 e primi anni 2000 ConSer Vco con la raccolta differenziata “spinta” e la gestione del termovalorizzatore di Mergozzo ha triplicato i suoi dipendenti, senza contare quelli assunti dalle aziende e dalle cooperative che con l’azienda pubblica lavoravano).

Dopo anni di regressione (2010-2016) e di stagnazione (2016-2019), dallo scorso anno ConSer Vco ha ripreso con decisione a lavorare a ipotesi di sviluppo che proprio dalle pagine virtuali di VERBANIASETTANTA erano state puntualmente indicate e precisate per l’ultima volta poco meno di due anni fa (leggi qui e qui) e che in questi mesi hanno preso forma nei progetti impiantistici di Ornavasso (trattamento di carta e plastica) e di Cuzzago (verde e organico per produzione di biogas). Insomma, un processo virtuoso che la Provincia deve assecondare e favorire. E non ostacolare.

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