CHE FINE FA IL DEPURATORE INDUSTRIALE DI ACETATI?

Chiusa la fabbrica, il depuratore costruito una decina d’anni fa e costato milioni di euro potrebbe essere ceduto ad “Acque Nord”, società pubblica del ciclo idrico. Se così fosse, vogliamo sapere tutto: chi vende, chi compra, a quanto, come, quando  e – soprattutto – per farne che.

Potrebbero rivelarsi fondate le “voci” che danno la società pubblica “Acque Nord srl”, gestore de ciclo idrico integrato (acquedotto, fognature, depurazione) a Verbania e in un’altra trentina di Comuni del Verbano, del Cusio e della Media Ossola, interessata ad acquistare da “Acetati spa” il depuratore fatto costruire meno di una decina d’anni fa per garantire il rispetto dei parametri di alcun sostanze inquinanti (formaldeide) trattate nel corso del processo di produzione dell’acetato. Per saperne di più, è stata inoltrata al Comune, che attraverso S.P.V. è socio di maggioranza relativa di “Acque Nord”, una specifica interrogazione (leggi qui: Interrogazione-depuratore Acetati-agosto 2011).

La questione è tutt’altro che irrilevante: il depuratore di Acetati è infatti un impianto complesso e sofisticato, costato svariati milioni di euro, finalizzato al trattamento e alla depurazione chimico-fisica dei liquidi inquinanti e di fanghi di provenienza industriale. Se è comprensibilissimo l’interesse di Acetati a vendere un impianto che, chiusa la fabbrica, non serve a nulla, è molto meno comprensibile l’interesse di Acque Nord a comprare. Anzi: quasi incomprensibile. Innanzitutto Acque Nord non può fare altro che “gestione del ciclo idrico integrato”; e dunque non può gestire nessun altro business, neppure quello del trattamento/depurazione dei liquami e/o fanghi industriali. Business, quello della depurazione industriale, che potrebbe essere però affidato ad un’altra Società, magari a Servizi Pubblici Verbanese srl (S.P.V.), che – guarda caso – appartiene pressoché interamente al Comune di Verbania ed è oggi una mera società “patrimoniale”: cioè non gestisce nulla, ma si limita a detenere la proprietà di qualche immobile e di qualche pezzo della rete idrica e fognaria cittadina, nonché il “pacchetto” di quote dell’srl Acque Nord

Altra ipotesi: Acque Nord sta realizzando, con fondi regionali e fondi dell’Ato, il raddoppio delle vasche del depuratore di via Olanda, ormai vicino al punto di saturazione idraulica. Un lavoro già finanziato, progettato, appaltato, assegnato ed in esecuzione, che però va avanti da un paio d’anni al rallentatore. Si vuole magari chiudere in qualche modo l’appalto in corso e utilizzare il depuratore di Acetati come “raddoppio” dell’attuale impianto? Operazione assai complicata e altrettanto discutibile: la ditta che sta eseguendo (lentissimamente) i lavori di raddoppio vorrà molti soldi per rescindere un contratto; il depuratore di Acetati è un depuratore chimico-fisico e non biologico: non è cioè nato per trattare i reflui e i fanghi urbani, ma le acque di processo industriale, ragione per la quale la sua riconversione (quando mai fosse possibile) sarebbe radicale e molto costosa; la Regione, che ha finanziato con un paio di milioni il raddoppio dell’attuale depuratore “urbano”, se non si realizza l’opera potrebbe volere indietro i soldi. E altro ancora, che per ora evito di illustrare per non appesantire la lettura.

Il lettore avveduto non può però non cogliere le molte e gravi implicazioni di questa ipotesi, nel caso in cui si rivelasse fondata. Tolti di mezzo Acetati e i quasi 200 posti di lavoro che assicurava, potremmo trovarci nella paradossale situazione di vedere funzionare un impianto per accogliere sul nostro territorio liquidi inquinanti di provenienza esterna, senza averne in cambio posti di lavoro. Come dire: si chiude Acetati, si dà il benservito a 200 lavoratori, ma città continua ad avere sul gobbo un megaimpianto con annesso andirivieni di cisterne di liquami da depurare e smaltire.

Insomma, ci sono moltissime cose che vanno chiarite ed eventualmente spiegate. E che non possono essere certamente discusse e decise solo dal Consiglio di Amministrazione (tre componenti) di Acque Nord. Per questioni e decisioni di tale importanza, il Consiglio Comunale ha costituito nell’ottobre scorso (Deliberazione n. 116) un apposito “Gruppo di Lavoro”.

E quale occasione migliore per convocarlo, finalmente?

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