GATTABUIA. MALE, DECISAMENTE MALE

Centinaia e centinaia di Verbanesi firmano un appello per la salvaguardia dell’esperienza di mensa sociale, ma il nuovo bando è forse peggio del precedente. Sullo sfondo, un interrogativo inquietante: decide la burocrazia o la democrazia?

Riesce davvero difficile capire a quali logiche guidino il Comune di Verbania nella vicenda del rinnovo della gestione della mensa sociale. Dopo la diserzione della prima gara, centinaia e centinaia di Verbanesi (ma ne ha parlato anche un giornalista “di peso” come Walter Passerini) hanno sottoscritto un appello al Commissario straordinario per evitare l’azzeramento di un’esperienza sociale di rilievo. Risultato? E’ uscito un nuovo bando  dai contenuti forse addirittura peggiorativi di quello precedente, perchè si alza il punteggio per l’offerta economica (cioè il canone annuo da pagare al Comune per l’utilizzo della struttura) e si abbassa il punteggio che premia la qualità “sociale” (reinserimento di soggetti svantaggiati) del progetto di gestione.

Ma la vicenda pone interrogativi che vanno al di là della mera gestione di un servizio, sia pure importante come quello della ristorazione sociale. A giudizio di molti, l’utilizzo e la destinazione pubblica di Villa Olimpia richiedono un ripensamento, perchè le condizioni di bisogno sociale che otto/nove anni fa ne avevano guidato la riconversione sono oggi profondamente e irreversibilmente mutate. Eventuali, nuove destinazioni in grado di dare una risposta a nuovi bisogni (ad esempio: housing sociale innovativo, nuovo protagonismo giovanile, esperienze di condivisione comunitaria di socialità, di lavoro e di animazione, più intensa integrazione con gli altri servizi sociali…) dovranno essere decise dalla democrazia (e dunque dai nuovi amministratori comunali che i cittadini eleggeranno tra undici mesi) e non dalla burocrazia (commissario prefettizio, dirigenza comunale) attraverso la “politica del carciofo”: oggi un appalto, domani l’assegnazione di un locale, dopodomani l’immissione o l’estromissione di un’associazione…).

Un consiglio spassionato alla burocrazia comunale: moltissimi servizi, pensati e voluti negli anni da amministratori legittimati dal voto, funzionano bene e non causano alcun danno. Anzi. In questa manciata di mesi  che ci separa dalle candidature a sindaco, dalla campagna elettorale e dalle “Comunali” del 2014 ci sono mille e una ragione per fare uso – ragionato e motivato – dello strumento della “proroga”: un modo intelligente per assicurare i servizi e per non espropriare i cittadini del sacrosanto diritto di decidere in proprio.

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