I BOSCHI DI VERBANIA TRA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE ED ECONOMICA di Nico SCALFI e Claudio ZANOTTI

E’ vigente e subito realizzabile il Piano Forestale Aziendale voluto dal Comune e dalla Provincia e approvato dalla Regione. L’obiettivo resta quello della riqualificazione ambientale e forestale del Monterosso e del Motto di Unchio, innescando un processo virtuoso che garantisca la sostenibilità economica e gestionale degli interventi. Ma c’è molto da lavorare.

L’importante e partecipato incontro pubblico sulla valorizzazione forestale e ambientale del Monterosso promosso da AmbienteVerbania ai primi di novembre (qui) impone una prima elaborazione di contenuti che permetta al Piano Forestale Aziendale (2023-2028) approvato dalla Regione di uscire dalla dimensione cartacea dello studio (qui, per i cultori della materia) e di diventare operativo nei due ambiti territoriali individuati nel nostro Comune, cioè il Monterosso e il motto di Unchio, ai quali si aggiunge una vasta area nel Comune di Gravellona (pendici del Mottarone). In sintesi estrema, il Piano contiene una mappatura di dettaglio del patrimonio arboreo presente su terreni di proprietà comunale delle tre aree, individuando poi le tipologie boschive sulle quali agire (prevalentemente castagneti), le modalità di sfoltimento boschivo (taglio di governo misto), gli interventi di accompagnamento (manutenzione e ripristino dei tracciati di penetrazione, ovvero della viabilità forestale), le azioni di protezione in caso di incendi e la valorizzazione economica delle biomasse ricavate dall’esecuzione del piano.

DOVE, COSA, QUANDO. Qui di seguito si riproducono i due territori del Comune di Verbania oggetto del Piano Forestale :

MOTTO DI UNCHIO (53,2 ettari)

Si tratta principalmente di castagneti cedui diventati a governo misto per i quali si vuole operare nel prossimo periodo di taglio con il taglio del governo misto con una priorità breve o medio termine.

MONTEROSSO (188,5 ettari)

Si tratta principalmente di castagneti cedui diventati a governo misto per i quali si vuole operare nel prossimo periodo di taglio con il taglio del governo misto con una priorità breve o medio termine. Da notare la presenza di rimboschimenti di quercia rossa, per i quali prevedere sostituzione e conseguenti manutenzioni

La logica del Piano, articolato nell’arco di un quinquennio ma proiettato sino a quindici anni, è solidamente ancorata ai criteri di preservazione ambientale attraverso una manutenzione ragionata del patrimonio arboreo, con un’attenzione particolare al trattamento delle diverse specie, all’intervento sulle specie esotiche invasive, alla rinaturazione dei rimboschimenti e alle modalità dell’esbosco. Un capitolo apposito del regolamento attuativo riguarda la viabilità di accesso ai boschi, distinguendo tra manutenzione ordinaria delle piste esistenti ( livellamento del piano viario, ripulitura e risagomatura delle banchine e degli sciacqui trasversali, ecc.) e interventi di riqualificazione dettagliatamente indicati (pag. 61-63). E’ evidente che le azioni sul patrimonio arboreo e sulla viabilità di accesso assumono un rilievo non solo “aziendale”, ma anche e soprattutto ambientale, paesaggistico e turistico-fruitivo, valorizzando ulteriormente questi due “polmoni” boschivi che oggi – dopo l’avvenuto inserimento entro i confini del Parco della Valgrande – si candidano a fare di Verbania una città di lago….e di montagna.

ECONOMIA DEL BOSCO. E’ importante, tuttavia, ricordare l’origine e gli obiettivi del piano per non perderne di vista gli obiettivi finali. La pianificazione è stata possibile grazie alla collaborazione – entro un bando psr dal 2019 a oggi – tra il Comune di Verbania e altri soggetti , pubblici e privati, al fine di dotare i castagneti piemontesi di strumenti di pianificazione che consentissero interventi sostenibili e certificabili. La sfida consiste nel dare valore al castagno, essenza largamente diffusa sui versanti del Monterosso e a Unchio, grazie alle nuove tecniche di estrazione del tannino, composto oggi fortemente richiesto sul mercato, valorizzando al contempo lo scarto per la produzione di cippato. La commercializzazione del tannino e del cippato contribuisce alla sostenibilità economica degli interventi di estrazione della biomassa, garantendo contemporaneamente la manutenzione del territorio boscato comunale.

La suggestione del Piano Forestale, approvato e già vigente, attende però un’azione integrata e combinata di Comune e imprenditori forestali privati per “dare gambe” a un progetto che si sposa bene con l’inserimento nel Parco della Valgrande e con le iniziative già avviate di recupero e riqualificazione delle sponde fluviali, in particolare l’asta del San Bernardino, cui tocca di dare continuità fisica ai territori del parco dal ponte Casletto al motto di Unchio e al Monterosso. In questo senso il Piano Forestale stima, sia pure con l’inevitabile approssimazione legata alle peculiarità del settore e all’estensione temporale del Piano, la valorizzazione economica della vendita del legname nell’arco di un quindicennio in € 844.000, a fronte di un prelievo complessivo per 56.400 metri cubi. Tenuto conto che motto di Unchio e Monterosso assommano al 42% delle aree comprese nel Piano Forestale (il 58% si trova a Gravellona) e applicando questa percentuale al totale dei ricavi e dei metri cubi, i boschi di Verbania potrebbero rendere 355.000 € per 23.700 mc. Naturalmente le opere antincendio e gli interventi sulle piste forestali dovranno essere finanziati separatamente con risorse pubbliche (ad es., Piani di sviluppo rurale).

BIOMASSE ED ENERGIA. Cosa farne del legno ricavato dalla manutenzione boschiva? Accanto alla soluzione più semplice e immediata (cessione della materia prima sul mercato, come nel caso sopra richiamato del tannino) esiste la possibilità di valorizzare la biomassa in termini energetici per produrre energia elettrica da vendere sul mercato o per generare acqua calda da impiegare nel teleriscaldamento.

In attesa di una più attenta disamina della valorizzazione economica del legname, crediamo possa essere utile richiamare in sintesi un progetto di teleriscaldamento a biomasse concepito quasi 20 anni fa a Verbania e poi abortito per il venir meno di uno degli attori principali. Promosso dal Comune, il progetto prevedeva di fornire acqua calda mediante teleriscaldamento a cinque importanti strutture pubbliche situate lungo via Brigata Cesare Battisti a Intra (Palazzetto dello Sport, piscine comunali, Centro Formazione Professionale, Cobianchi e San Rocco), con la possibilità di ampliare il servizio ad altre grandi utenze collettive private situate nelle vicinanze (banche, complessi condominiali…). Realizzazione e gestione avrebbero dovuto essere in capo a ConSer Vco, che avrebbe inoltre conferito una parte del combustibile attraverso il legno da raccolta differenziata; altro legname sarebbe stato prelevato da quattro aree boschive (Monterosso, Cossogno, Ghiffa) e la parte residua acquistata sul mercato. La Regione avrebbe finanziato il 40% degli investimenti. Il progetto venne abbandonato a causa dello “sfilamento” dell’Istituto Cobianchi, che nelle more dell’iter progettuale aveva affidato ad altri l’intero pacchetto della gestione del calore, facendo venir meno la sostenibilità tecnica ed economica dell’impresa, già di per sé impegnativa e complessa (qui qualche informazione in più).

Numeri ed esperienze pregresse ci dicono che l’intera filiera del Piano Forestale Aziendale richiede lungimiranza, determinazione e lucidità di visione: insomma, una sfida tosta e impegnativa. Ma forse vale la pena provarci.

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2 risposte a I BOSCHI DI VERBANIA TRA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE ED ECONOMICA di Nico SCALFI e Claudio ZANOTTI

  1. Emilia scrive:

    Cito: applicando questa percentuale al totale dei ricavi e dei metri cubi, i boschi di Verbania potrebbero rendere 355.000 €”; dividendo tale importo per 15 anni mi risulta alquanto improbabile che un’azienda possa pensare di investire denaro per ottenere un ricavo annuo pari a 23.666 euro. Si deve trovare altra via per stimolare e rendere appetibile a un’impresa lo sfruttamento regolamentato del bosco, consapevole che il suo controllo e pulizia siano anche fondamentali per renderlo meno pericoloso in caso di incendi e più fruibile per le persone. Il Pubblico ha la forza economica e la capacità di mettere seriamente in piedi una filiera che tenga pulito, controllato il bosco e al tempo stesso possa sfruttarne economicamente il legname ricavato?

    • Redazione scrive:

      Il rilievo sulla sostenibilità economica del progetto è fondato e pertinente, tanto che noi stessi chiudiamo l’articolo dicendo testualmente che si tratta di “una sfida tosta e impegnativa, ma forse vale la pena provarci”. Aggiungerei tre elementi per una più attenta valutazione:
      1) il progetto riguarda Verbania e di Gravellona: un eventuale appaltatore privato potrebbe (forse dovrebbe) agire in entrambi i Comuni, in modo da ottimizzare il rapporto tra investimenti, costi e ricavi; Verbania ha dalla sua l’estesa presenza di castagneti (produzione di tannino) e una rete di accesso (viabilità ordinaria e piste forestali) molto più sviluppata e discretamente manutenuta, Gravellona una maggiore estensione di superficie boschiva (58% del progetto) ma meno castagni e una rete di accesso molto più limitata;
      2) Lo studio prevede che il grosso dell’esbosco e dei conseguenti ricavi si realizzerebbe nel primo quinquennio (54%, pari a € 455.000); a queste condizioni la redditività per un appalto quinquennale sarebbe decisamente solida, valutando successivamente opportunità, ampiezza e ritorni economici del successivo decennio ipotizzato;
      3) Va messa realisticamente in conto anche l’eventualità di un intervento economico del Comune (magari dal secondo quinquennio in avanti), stante l’interesse generale ad avere aree boscate ben tenute, protette, fruibili e turisticamente attrattive; inoltre, la comunità cittadina potrebbe partecipare all’intrapresa economica facendo la sua parte per la valorizzazione energetica della biomassa (cfr. esempio richiamato a fine articolo).

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