IL CARAVANSERRAGLIO DEL “CAMBIAVERBANIA”

Nello psicodramma di un Consiglio Comunale portato alla deriva da una Maggioranza lacerata si riflette – intero, esclusivo, incancellabile – il fallimento del cambiaverbania.

La “due giorni” di Consiglio Comunale (17 e 18 ottobre) inequivocabilmente certifica, se mai ve fosse bisogno, l’inarrestabile deriva della maggioranza PdL-Lega Nord. All’Ordine del Giorno un solo punto (peraltro del tutto irrilevante: il regolamento Imu) proposto dalla Giunta: gli altri cinquantanove sono una congerie indistinta e confusa di mozioni, interrogazioni, interpellanze, ordini del giorno presentati da Gruppi consiliari e singoli consiglieri di Maggioranza contro Zacchera e la sua Giunta. Una cosa del genere a Verbania non era mai accaduta.

Chi ha assistito alla due sedute si è trovato di fronte allo spettacolo inedito di una Maggioranza che si dà battaglia. Attenzione, però: non lasciamoci fuorviare dagli elementi di folclore e di colore che in queste ore sono sulla bocca di molti e che la locale troika leghista e pdiellina tenta di utilizzare per delegittimare con l’irrisione e il discredito il profondo scontento e la radicale insofferenza di molti consiglieri di Maggioranza. Il fuoco incrociato di mozioni, interrogazioni e ordini del giorno contro Zacchera e i suoi assessori rivela con plastica evidenza il fallimento di questa Amministrazione.

Entrati ormai nel quarto anno di questo infelice e potenzialmente drammatico (il rischio Cem è incombente e devastante) ciclo amministrativo, ciò che resta della Maggioranza con cui Zacchera ha vinto le elezioni è il caravanserraglio che ha preso forma qualche sera fa a palazzo Flaim. Una Giunta pasticciona e inadeguata costantemente sotto il tiro dei suoi stessi consiglieri; un sindaco sbiellato che si dibatte impotente tra le maglie di una coalizione che è lo specchio del suo cambiaverbania; una Maggioranza lacerata e divisa anche sul piano personale, che in questi anni ha assistito a un’incredibile girandola di assessori e a una catena ininterrotta di abbandoni.

Di fronte a questa implosione in diretta, che fa Zacchera? Ancora una volta dimostra di non avere capito nulla e attacca, furibondo, i suoi stessi consiglieri: “il consiglio comunale è in mano ad alcuni consiglieri che l’hanno scambiato per un loro continuo carnevale ….. consiglieri eletti in liste di Maggioranza che intasano i lavori con decine di loro interrogazioni, ordini del giorno e mozioni spesso del tutto inutili, demagogiche, assurde e surreali…… Ma questa non è più democrazia, è una pagliacciata e non è serio prestarsi a questi giochini“.

“Carnevale”, “pagliacciata”, “giochini”: troppo facile liquidare con un linguaggio irriguardoso e aggressivo la manifestazione di un malessere che è tutto politico. Di questo malessere Zacchera, Montani e gli altri capataz di PdL e Lega sono i principali responsabili: anni di trascuratezza, di supponenza, di alterigia, di disinteresse, di sordità e cecità politica hanno prodotto, in molti consiglieri di quella che nel giugno 2009 appariva una granitica coalizione, la convinzione di essere soltanto massa di manovra da schierare secondo la bisogna a garanzie di piccole vanità e di improvvide carriere.La rabbia di un consigliere trattato da peone sa essere implacabile

I consiglieri comunali vanno ascoltati per i problemi che pongono; non servono le blandizie di una facile promessa, né la minaccia d’una misteriosa ritorsione. Nello psicodramma di un Consiglio Comunale portato alla deriva da una Maggioranza lacerata si riflette – intero, esclusivo, incancellabile – il fallimento del cambiaverbania.

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