VERBANIA, VAL GRANDE: QUALI OPPORTUNITA’? di Felice IRACA’

E’ per questo che noi sogniamo e vogliamo una città che ami e preservi gelosamente i suoi beni comuni più preziosi, e su di essi abbia l’acume, l’intelligenza e la lungimiranza d’investire con tenacia e convinzione: l’acqua, l’aria e la terra non si toccano, perché sono le nostre più grandi ricchezze che tantissime città c’invidiano

“Verbania nel Parco Nazionale della Val Grande: quali opportunità per il territorio?”, è il titolo che abbiamo scelto per approfondire una tematica della quale si parla ormai da tempo, e che ha trovato formalizzazione concreta con la richiesta ufficiale avanzata dall’attuale Amministrazione, al termine dell’anno appena trascorso, attraverso la condivisa proposta di modifica degli attuali confini del Parco: il territorio da annettersi al Parco, infatti, vedrebbe interessate l’area del Monterosso e la frazione di Cavandone, un corridoio ecologico costituito dall’asta fluviale del torrente S. Bernardino, un polmone montano a nord dell’agglomerato urbano di Unchio e un ulteriore corridoio che, aggirando l’abitato del comune di Cossogno, risale sino ad incontrare l’attuale confine a sud del Parco. Il vigente “Piano del Parco”, che è strumento di progettazione e gestione approvato nel dicembre del 1991, individua peraltro già alcune “Unità di Paesaggio” con il nostro territorio comunale: più specificatamente, il Piano evidenzia un’Unità di Paesaggio Montano-Fluviale con il torrente S. Bernardino e un’Unità di Paesaggio Montano-Forestale con il torrente S. Giovanni, quasi a voler richiamare e rafforzare alcune peculiarità del nostro territorio, meritevoli di essere inserite e protette all’interno di un Parco Nazionale.

Verbania nel Parco Nazionale della Val Grande è dunque un’idea che ha già i suoi anni, se pensiamo che i primi tentativi risalgono a quasi sette anni fa: a quei primi cauti passi iniziali, è poi seguita l’approvazione unanime di tutto il Consiglio Comunale cittadino di una specifica mozione, nell’autunno del 2010, che chiedeva a gran voce l’ingresso nell’Ente: pur prendendo atto, con grande soddisfazione, delle rassicurazioni espresse dal Presidente dell’Ente Parco, qualche giorno addietro, in ordine alla richiesta di ingresso della città nell’area protetta, non possiamo però esimerci dal rilevare come il susseguirsi di svariate pastoie burocratiche e diverse inerzie amministrative non abbiano ancora consentito, a tutt’oggi, di pervenire ad un risultato voluto e auspicato da molti.

Questa sera, attraverso questo dibattito e confronto pubblico, vogliamo anche esprimere una viva preoccupazione in ordine alla metodologia adottata ed al percorso sinora seguito dall’Amministrazione Comunale per raggiungere la finalità prefissa: in tal senso, infatti, crediamo che l’essersi prodigati esclusivamente con l’inoltro della sola richiesta ufficiale di ingresso nel Parco rappresenti un’azione politica monca, intrinsecamente debole, così che, oggi, ci pare di trovarci dinanzi all’ennesimo “un contenitore vuoto da riempire”: la proposta che stasera vogliamo lanciare, nell’ottica di un’opposizione veramente costruttiva e volta al bene delle nostre comunità, è proprio quella di cominciare finalmente a riempire di contenuti veri questa scatola vuota, accompagnando ed arricchendo la semplice richiesta formale avanzata all’Ente, che va intesa quale mero atto di partenza e non già di arrivo, con una serie d’imprescindibili e necessarie attività collaterali: e allora, perché non dare il via ad azioni di forte condivisione e compartecipazione con le comunità locali, per non correre il rischio di avere “un Parco calato dall’alto” sui cittadini, perché non dare avvio alla predisposizione di un’oculata analisi socio-economica sul territorio, alla realizzazione di una puntigliosa mappatura delle attività produttive e di tutti i soggetti portatori di interesse, all’adozione di un’adeguata strategia politica “di pressing” anche nei confronti del competente Ministero, magari approfittando proprio delle buone relazioni che, certamente, il nostro Sindaco e già Onorevole avrà conservato nella nostra Capitale?

Ecco perché abbiamo pensato a un dibattito pubblico: un incontro che ha la finalità di rivitalizzare e tener vivo un argomento sopito da troppo tempo, creare fermento, proporre idee e soluzioni concrete, far conoscere le potenziali opportunità che Verbania potrebbe avere dall’ingresso nel parco, riflettendo anche criticamente sulla paventata eguaglianza “ingresso nel Parco = maggiori vincoli”.

Ma quali sono le opportunità di crescita e sviluppo di cui la nostra città potrebbe beneficiare? Proviamo a fare qualche esempio: pensiamo all’implementazione di potenziali progetti di promozione legati ad attività produttive a carattere biologico, agro-alimentare, zootecnico; pensiamo alle attività di ricerca e di sperimentazione su fonti energetiche pulite e alternative; pensiamo all’attrazione di un turismo eco-sostenibile, al potenziamento della ricettività e delle attività enogastronomiche; pensiamo ad un’offerta culturale di nicchia, che potrebbe contraddistinguersi per l’organizzazione di eco-eventi ed eco-sagre settoriali. Sono solo alcune delle idee su cui si può e si deve lavorare, in un momento storico di grave crisi e recessione economica dal quale usciremo solamente se saremo capaci davvero di “fare squadra”.

Ma questa sera vogliamo anche evidenziare un altro aspetto, che abbiamo particolarmente a cuore: la lista civica “CittadiniconVoi” sogna ed immagina una futura “città-giardino”, che può realizzarsi solamente grazie all’adozione di un modello di sviluppo alternativo, basato su idee, progetti ed azioni politiche che abbiano nella sostenibilità ambientale il principio ispiratore e la filosofia-guida: siamo certi che una costante tutela e una maggiore valorizzazione del nostro patrimonio naturale possono rappresentare una delle “chiavi di volta” per il futuro e il rilancio anche economico della città; oggi, più che mai, dobbiamo avere il coraggio di investire su nuove strade, nuovi percorsi, partendo proprio dalla capitalizzazione delle nostre “vocazioni territoriali”: ecco perché crediamo che l’ingresso di VB nel Parco Nazionale della Val Grande possa rappresentare l’anticamera di un progetto di più ampio respiro, quella città-giardino che prenda il via dalla realizzazione di due parchi fluviali, da crearsi grazie alla riqualificazione delle sponde dei due torrenti S. Bernardino e S. Giovanni, quali naturali raccordi tra il lago e la montagna, fra la città e proprio gli attuali confini del Parco Nazionale. Noi crediamo in una città che metta l’ambiente, l’acqua, l’aria e la terra, al centro di ogni azione amministrativa, attraverso una nuova e diversa politica urbanistica basata sullo slogan “stop al consumo del suolo” e sulla riqualificazione e il riuso del patrimonio edilizio esistente, attraverso l’impiego di piani di gestione del territorio che siano caratterizzati dall’uso di indicatori di sostenibilità ambientale, attraverso la programmazione di progetti che abbiano nella green economy e proprio nella sostenibilità ambientale i loro cardini, il sostegno a progetti di ricerca scientifica, educazione e formazione ambientale, e, in ultimo ma non meno importanti, attraverso l’adozione di nuovi stili di vita, quali la mobilità sostenibile e la riduzione dei consumi e dei rifiuti.

Attraverso la nostra città, il Parco Nazionale della Val Grande può dunque divenire uno straordinario ed unico corridoio ecologico/faunistico che unisce le nostre Prealpi alla Pianura Padana, attraverso la grande cerniera acquatica rappresentata dal Lago Maggiore. Verbania ha bisogno di una nuova visione del proprio futuro, e, in tal senso, siamo certi che l’equazione “tanti investimenti = grandi risultati” non sempre sia vera: noi dobbiamo avere forza, coraggio e preveggenza per far assurgere le politiche ambientali a cuore e polmone delle prossime Amministrazioni cittadine. E’ per questo che noi sogniamo e vogliamo una città che ami e preservi gelosamente i suoi beni comuni più preziosi, e su di essi abbia l’acume, l’intelligenza e la lungimiranza d’investire con tenacia e convinzione: l’acqua, l’aria e la terra non si toccano, perché sono le nostre più grandi ricchezze che tantissime città c’invidiano. Da sempre!

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