DAVIDE E LA BUSTA-PAGA

I consiglieri regionali Bono e Gariglio pubblicano le loro buste-paga: tra 8.000 e 9.000 € netti al mese. Leggetele e fatevene un’idea, ma è difficile non convenire sul fatto che i compensi in Regione siano “leggermente” sovradimensionati: il sindaco di una città come Verbania riceve un’indennità inferiore di quasi quattro volte, pur avendo più responsabilità, più impegni, più “grane”.

La vicenda – a metà strada tra il ridicolo e il vergognoso – dei privilegi di cui godono i consiglieri regionali del Piemonte merita una precisazione tutt’altro che irrilevante, perchè nei giorni scorsi sono state pubblicate sulla rete le buste-paga dei consiglieri regionali Davide Gariglio (leggi qui) (Pd) e Davide Bono (leggi qui) (5 Stelle); sarà per via dello stesso nome, gravido di risonanze bibliche, sarà per un ammirevole soprassalto di trasparenza, ma il gesto dei due merita apprezzamento (e più apprezzamento meritano i consiglieri 5 Stelle, che hanno on line la busta-paga dal 2010).

E così veniamo a sapere che il “mensile” netto di un consigliere regionale senza particolari incarichi e normalmente presenti alle sedute del Consiglio e delle Commissioni regionali si colloca tra 8.000 e 9.000 €. In attesa di vedere on line anche 1) la busta-paga del Presidente del Consiglio Regionale, 2) l’elenco degli ex consiglieri regionali e relativi vitalizi, non possiamo esimerci da un paio di considerazioni. La prima riguarda la pagina dedicata al trattamento economico di consiglieri e assessori nella sezione “Trasparenza” del sito della Regione (leggetela qui): un modo penoso di “fare informazione” nel tentativo puerile di nascondere l’effettivo compenso goduto dai privilegiati di Palazzo Lascaris. Con manipolazioni grottesche dei numeri (indicare il “netto” e non il “lordo”; sottrarre gli accantonamenti per vitalizi e liquidazione, come se quei soldi non finissero nelle tasche di consiglieri/assessori; richiamare genericamente i rimborsi forfettari e chilometrici), la “trasparente” Regione fa di tutto per non dare l’unica informazione che il semplice cittadino è in grado di comprendere immediatamente: il “netto in busta”. Occultare, mistificare, complicare: a Torino hanno imparato subito la pessima lezione nei “fratelli più grandi” di Montecitorio.

Seconda considerazione. Il sindaco di una città come Verbania riceve per legge un compenso netto “in busta” di circa 2.350 € al mese (se fosse lavoratore dipendente non in aspettativa, scenderebbe a 1.180 € circa al mese): poco più di un quarto (o di un settimo) di quanto prende un consigliere regionale “semplice”. Eppure fatica, responsabilità e impegni di un sindaco di un Comune come il nostro non sono certo inferiori a quelli di uno dei sessanta membri del Consiglio Regionale. Anzi.

Già solo da questo raffronto si ricava che c’è qualcosa di profondamente sbagliato. E di altrettanto profondamente offensivo.  Ma a Torino tutto ciò evidentemente non interessa.

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