DOCUMENTO. LE PROPOSTE DEL PD PROVINCIALE SU LAVORO E OCCUPAZIONE

Il Partito democratico ha diffuso un articolato documento di proposte concrete in materia di lavoro e di occupazione nel Verbano Cusio Ossola. Eccolo.

Preso atto della urgente necessità di intervenire a sostegno dell’occupazione e per la progettazione di interventi che favoriscano la crescita del sistema economico territoriale, il Partito Democratico del VCO, attraverso l’attività avviata dalla propria Commissione ‘Lavoro e sviluppo economico’, ha individuato alcune direzioni prioritarie secondo le quali orientare l’intervento per il territorio.

In primo luogo si ritiene urgente procedere all’apertura di una vertenza territoriale del VCO. Tale  vertenza va intesa come necessità di un intervento forte rivolto al sistema economico che deve responsabilizzare e coinvolgere direttamente imprese, operatori e associazioni di rappresentanza, rivolgendosi direttamente a questi soggetti, pur nel quadro di una regia pubblica. Non va certo intesa invece come una mera richiesta di fondi per investimenti pubblici (come parrebbe invece essere l’attuale orientamento dell’Ente Provinciale). In questo ambito di riflessione va inoltre posta attenzione ai processi politici in corso, che portano verso la privatizzazione dei servizi pubblici locali, con la conseguente impossibilità di fornire, ove non economicamente conveniente, servizi pubblici qualitativamente adeguati ed a costi sostenibili. E parallelamente con la prevista inammissibilità per i piccoli comuni di partecipazione in società pubbliche, che però sovente supportano servizi economicamente non remunerativi, ma indispensabili, ad esempio per il sostegno dell’economia turistica locale.

Tale vertenza deve insistere sul sostegno ad alcuni ambiti dell’economia locale ritenuti prioritari, agendo nelle seguenti direzioni:

Sostenere ed incentivare la politica delle bonifiche dei siti industriali: questi interventi diventano strategici, elemento di pregiudizio sulle possibilità di interventi futuri.

Occorre sollecitare gli interventi di bonifica di cui il territorio necessita per liberare nuove aree disponibili per siti produttivi, progettando contemporaneamente questi interventi in modo accurato, affinché siano posti opportuni vincoli alle aziende di bonifica perché venga impiegata nella più ampia misura possibile manodopera del territorio, favorendo così anche lo sviluppo di nuove competenze per le imprese locali.

 Sostenere la montagna come patrimonio da valorizzare: il nostro territorio è prevalentemente montano ma l’economia di montagna è scarsa e debole.

In questi giorni, in Regione, è stato approvato un emendamento al pacchetto lavoro Giordano che, partendo dal principio che chi svolge un’attività economica in località marginale dovrebbe essere sostenuto, prevede agevolazioni Irap anche in assenza di nuove assunzioni.

E’ necessario progettare iniziative che promuovano nei territori montani lo sviluppo di attività tipiche dell’economia di montagna (es. filiera del legno) .

Si propone la pianificazione di interventi di recupero del patrimonio edilizio montano con finalità turistiche (es albergo diffuso) o di edilizia convenzionata, partendo dalle buone pratiche di altri territori (ad esempio il Trentino) e dai piccole esperienze già nate nelle nostre valli, come per l’Alpe Devero. A tale proposito va promossa anche una seria riflessione sul riutilizzo delle sedi delle Comunità Montane, oggi unificate, per un recupero di questi edifici ad usi pubblici o ricettivi;

Puntare sulla logistica: un settore già individuato tra quelli che presentano opportunità per il nostro territorio, in relazione alla prossima strutturazione dei corridoi di collegamento europei .

Lo scalo di Domo Due potrebbe diventare la porta di ingresso e di uscita a nord per le merci di un’area economica molto vasta. Rispetto a Domo Due si pongono alcune problematiche, tra cui la proprietà delle aree, ma soprattutto del sistema territoriale e ambientale che deve esservi progettato e costruito intorno; queste problematiche vanno affrontate con la massima urgenza.

 

continuare a puntare su ambiente ed energie rinnovabili: sostenere i progetti in atto per l’innovazione tecnologica e la crescita delle imprese e, parallelamente, fare leva sul rinnovo delle concessioni idroelettriche di prossima scadenza per costruire un vantaggio competitivo per il territorio, in particolare in termini di minor costo dell’energia per le imprese insediate.

sviluppare la filiera del turismo: strategicamente è un  settore su cui puntare perché non ancora sviluppato secondo tutte le sue potenzialità, sia in termini qualitativi che quantitativi.

In particolare necessiterebbe di un processo di riorganizzazione; in particolare nell’ambito della promozione in cui attualmente non c’è chiarezza di ruoli e si registra una dispersione di risorse con scarsi risultati a fronte di investimenti complessivamente ingenti.

In questi ambiti prioritari occorre agire attivando alcuni strumenti di sostegno:

– Agire sulla leva fiscale per attrarre nuovi investimenti nel Vco.

Il territorio deve essere reso più competitivo per la localizzazione delle imprese consentendo delle agevolazioni fiscali, ad esempio con un’esenzione dall’Irap per le nuove imprese o per quelle che subentrano ad altre in una situazione di crisi;

 – Intervenire a sostegno alle imprese

In questo momento sono grandi le difficoltà legate all’accesso al credito in particolare per le piccole aziende: occorre un pacchetto di interventi a sostegno del capitale di rischio delle imprese, da valutarsi anche in considerazione del fatto che dal prossimo autunno il territorio erderà la propria banca locale. Pressante è  anche la necessità di una riduzione degli adempimenti burocratici per la nuova imprenditorialità. Sempre al fine di favorire l’operatività delle imprese anche nelle aree più svantaggiate, va sostenuto come assolutamente prioritario l’investimento per la diffusione della banda larga.

Aiutare i vari settori dell’attività economica a “fare sistema”.

Sulla base dell’esperienza in corso per il Polo di Innovazione e di alcuni progetti già sperimentati sul territorio (ad esempio dalla CCIAA con Lago Maggiore Casalinghi), si propone la progettazione di iniziative analoghe per altri settori, rafforzando le filiere produttive, guardando in particolare al settore artigiano (circa 5000 aziende per 11.000 addetti nel VCO).

Potrebbe essere attuato in questo senso un piano di  aiuto per le piccole aziende del settore dei casalinghi che operano come subfornitrici di grandi aziende in crisi o a rischio chiusura (come Bialetti), per il loro passaggio ad aziende effettivamente produttrici con una propria autonomia operativa; queste aziende andrebbero quindi aiutate a sviluppare nuove produzioni, a registrare nuovi marchi, ad implementare proprie reti commerciali ecc., per poter effettuare il passaggio da ‘terzisti’ a ‘produttori’. Andrebbero quindi previsti processi di formazione/incentivazione con incentivi ‘premianti’ dei comportamenti innovativi e soprattutto collaborativi e di integrazione messi in atto da queste piccole imprese artigiane.

– Pianificare gli strumenti formativi del territorio.

La  formazione dovrebbe essere più strettamente connessa ai bisogni attuali delle imprese del territorio (quali la filiera dell’energia, i servizi socio-assistenziali, i sevizi alle piccole imprese in connessione a quanto sopra delineato). E’ necessario inoltre pianificare con urgenza in questo senso la riqualificazione dei lavoratori in mobilità. Occorre inoltre promuovere una seria riflessione sulle attività formative di alta-gamma (pianificazione di un nuovo ruolo per Ars Uni Vco e coinvolgimento più direttamente sul territorio anche di altre realtà quali ISTUD) e sulla necessità di accompagnare giovani laureati ad un percorso di nuova imprenditorialità.

 

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