IL CEMENTO DELLA DISPERAZIONE

Assessori che litigano tra di loro sui giornali, la sentenza “Palatenda”, scontri al calor bianco tra Zacchera e i partiti che lo sostengono, epurazioni di consiglieri e di assessori, forze politiche che con il 5% dei voti occupano il 40% dei posti in Giunta. In un solo mese il “cambiaverbania” non ci ha fatto mancare niente.

Il mese di febbraio ha segnato il “punto di non ritorno” della Giunta Zacchera e della Maggioranza PdL/Lega Nord. Ma i protagonisti di questa inarrestabile caduta libera sembrano non rendersi conto dell’oggettiva gravità in cui versa il quadro politico-amministrativo cittadino. Vediamolo insieme.

A fine gennaio un cospicuo drappello di consiglieri comunali (sono nove) del PdL migra nel neonato partito dei “Fratelli d’Italia”. E così “salta” completamente la geografia politica uscita dalle “Comunali” del 2009: i “Fratelli d’Italia”, che alle elezioni di fine febbraio hanno raggranellato uno strepitoso 5% dei voti, dispongono del 25% dei seggi a Palazzo Flaim e addirittura del 40% dei posti in Giunta. La Lega Nord, con il 4,5% dei voti, occupa il 30% delle seggiole di Giunta, vicesindaco compreso. Il PdL, che ha raccolto il 20% dei voti, si deve accontentare del 15% dei consiglieri comunali e di un solo assessore. Al Consiglio Comunale che chiede spiegazioni sulle ragioni della “transumanza”, nessuno si degna di rispondere.

Ma qualcosa deve essere frullato nella testa di Zacchera: due giorni dopo le “Politiche” del 24-25 febbraio il sindaco convoca a tamburo battente una conferenza-stampa e annuncia sfracelli: fuori dai piedi il presidente del Consiglio Comunale, Boldi, incapace di guidare le sedute a palazzo Flaim; via quattro dei dieci assessori (non dimentichiamolo: la Giunta più affollata, costosa e inefficiente della storia di Verbania) entro fine marzo; i consiglieri “dissidenti” Immovilli e Tambolla esplusi dalla Maggioranza; gli assessori in “uscita” (Carazzoni, Balzarini, Sottocornola, Calderoni, Parachini, Manzini, Marcovicchio) inseriti in una bella lista di “epurandi” ad uso dei giornali. Agli sfracelli annunciati da Zacchera rispondono per le rime sia i Fratelli (coltelli) di Cattaneo, sia i leghisti di Montani. Più che risposte, sono sganassoni: pròvati a fare quello che hai detto – è il succo dei due comunicati (leggili qui e qui) – e poi vedrai le tue. Volete documentarvi giornalisticamente su questa altissima pagina di vita cittadina? Leggete qui e qui.

La storia di un mese vissuto pericolosamente non finisce qui. Che dire di due assessori (Balzarini e Manzini) da un paio di settimane impegnati a darsele di santa ragione coram populo dalle colonne di Eco Risveglio per una delicata e sconcertamte vicenda di handicap? E la sentenza di primo grado sulla sciagurata cessione del palatenda di piazza Mercato, con il Comune riconosciuto vittima di una truffa per la quale viene condannato un consigliere comunale?  E l’assessore allo Sport che su 24 per un’ora e golf a Fondotoce polemizza con consiglieri comunali di minoranza e di maggioranza, con le associazioni ambientaliste e con i comitati dei cittadini? Su tutto ciò, non una parola, non una spiegazione, non un soprassalto di dignitosa consapevolezza. Vien da citare un inarrivabile Gramellini di qualche giorno fa: “va bene. Va tutto bene“. E tutto crolla.

Al punto in cui siamo, resta una sola spiegazione. Questa maggioranza resiste per troppa debolezza. Di fronte al fallimento di una stagione nata nel 2009 all’insegna del cambiaverbania e “contro” sessantaquattro anni di storia politico-amministrativa della città (che inutile e sciocca presunzione! e che amara disillusione!), la coalizione di bossiani e berluscones ha perso anche la lucidità residua che avrebbe potuto guidare questa compagine all’unica soluzione politicamente dignitosa e coerente: calare il sipario e riconsegnare al voto dei cittadini le sorti della città. Leggere con razionale consequenzialità la propria irriducibile debolezza politica sarebbe stato un segno di forza. Le dimissioni così motivate sarebbero state un segno di forza.

E invece il cemento infrangibile della disperazione costringerà Verbania ad un altro anno di convulsioni.

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