LA SINDROME DEL DECENNIO di Claudio ZANOTTI

Ogni dieci anni esplode con virulenza la “rivolta” dell’Ossola, che sottopone la comunità provinciale del Vco a stress e tensioni fortissime. Eppure le pagine migliori della nostra storia (Conser, Saia, Acque Nord, ospedale unico plurisede..) sono quelle scritte nel segno dell’integrazione e della collaborazione.

La vicenda tormentatissima della sanità ospedaliera nel Vco (ne parliamo in altro articolo) offre – purtroppo! – l’occasione per una riflessione sulla sindrome del decennio: cioè sul ciclico riproporsi di quelle che l’inevitabile semplificazione giornalistica ha imparato a chiamare le rivolte dell’Ossola. Dalla fine degli anni ’70, con implacabile decennale regolarità, le insofferenze, le aspirazioni, le rivendicazioni, le ambizioni, i malumori depositati e stratificati nel “corpo sociale” ossolano deflagrano in manifestazioni politico-sociali caratterizzate per un verso dalla richiesta imperiosa di “compensazioni politiche” (l’autonomia, il “doppio capoluogo”, l’ospedale provinciale..) e per l’altro da una virulenta conflittualità “localistica”, indirizzata contro altre località (Novara, Verbania, Torino..) accusate di mantenere e alimentare una denunciata minorità o subalternità dell’Ossola.

Tra il ’78 e ’80 fu la volta dell’Uopa, il movimento per l’autonomia dell’Ossola che, riallacciandosi idealmente alla partigiana Repubblica dell’Ossola, rivendicava lo statuto speciale sul modello trentino, friulano, aostano. Estesa mobilitazione, cospicuo successo elettorale (“Comunali” di Domo nel 1980), tentativo di “grande balzo” alle Politiche, graduale decadimento e riassorbimento delle istanze autonomistiche nel progetto della nuova provincia del Vco.

Proprio la previsione legislativa della nuova provincia (giugno 1990) e il biennio horribilis che portò alla sua istituzione (aprile 1992) scatenò la nuova rivolta decennale: rivendicazione del capoluogo o del “doppio capoluogo”, opposizione alla denominazione di “provincia di Verbania”, richiesta di referendum in tutti i Comuni, scontri al calor bianco con l’Amministrazione di Verbania, lacerazioni profonde nelle forze politiche d’allora (in particolare il Psi). La provincia nacque comunque il 24 aprile del ’92, ma il prezzo da pagare in termini di recriminazioni e insoddisfazioni fu altissimo e determinò conseguenze ancora oggi evidenti.

La rivolta, i cui nuovi semi furono piantati proprio nel biennio ’90-’92, tornò ad esplodere alla scadenza del decennio. Tra 2001 e 2003 la battaglia infuriò – proprio come oggi – sul progetto di ospedale unico provinciale a Piedimulera e sulla chiusura del reparto di maternità al San Biagio. Anche allora, fortissima polemica con Verbania, accusata di essersi avvantaggiata con l’istituzione della nuova provincia, e richiesta di “compensazioni politiche” attraverso l’assegnazione all’Ossola dell’ospedale unico.

Oggi, dopo dieci anni, si ripropone il medesimo schema, ancora una volta imperniato sulla “questione sanità” o, per meglio dire, sulla “questione San Biagio”. Vedremo nelle prossime settimane (o nei prossimi mesi) come andrà a finire questa rivolta. A voler trarre qualche insegnamento dall’esperienza già vissuta, verrebbe da dire che difficilmente da questo ennesimo scontro scaturirà qualcosa di buono, e in primis proprio per l’Ossola.

Le pagine migliori della storia politica e amministrativa di questo povero e tormentato territorio hanno infatti un segno totalmente diverso. Sono le pagine della collaborazione e dell’integrazione tra Verbano, Cusio e Ossola, che hanno generato esperienze di grande valore come nel caso della gestione dei servizi pubblici (ConSer Vco, Saia, Ato dell’acqua, Acque Nord..) o che hanno posto le basi per l’equilibrato superamento delle tensioni territoriali (ospedale unico plurisede).

E non è certo un caso che la strada della coesione, della sintesi, dell’integrazione, della collaborazione sia stata intrapresa e percorsa con successo quando la responsabilità politico-amministrativa prevalente a livello regionale, provinciale e comunale era affidata al  Centrosinistra. Quando governano Destra e Lega Nord, ecco la rivolta.

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