OSPEDALE UNICO A ORNAVASSO. PARAMETRI DI APPROPRIATEZZA E PARAMETRI DI RAGIONEVOLEZZA

Il voto dell’assemblea dei sindaci dell’Asl non affronta e non risolve i numerosi problemi che la scelta del sito di “Ornavasso 2” solleva. E che noi testardamente riproponiamo, perché la pratica della reticenza omissiva non ci appartiene.

Innanzitutto ci sarebbe sembrato importante, prima ancora di individuare il sito, riaprire la discussione su quali siano oggi i criteri per la realizzazione di un nuovo ospedale e se questi criteri possano costituire, per un ragionevole numero di anni, la scelta migliore per il nostro territorio, che, abbiamo già detto, si presenta geograficamente e demograficamente anomalo rispetto ad altri in Piemonte, con la sua struttura una e trina. Un riferimento tecnico e culturale dovrebbe essere ancora il pensiero di Umberto Veronesi relativamente all’ ospedale del futuro, a cui si è ispirato Renzo Piano per il meta progetto di un ospedale modello.

Vediamoli insieme questi principi, ancora recentemente confermati per l’ospedale di Padova e per i nuovi ospedali nelle province di Imperia e Savona:

– Umanizzazione: lo spazio e l’ambiente in cui si trova il degente devono essere a misura d’uomo, sicuri e confortevoli, garantire benessere e privacy;

– Urbanità: l’ospedale non deve essere un edificio isolato ed avulso dal territorio urbano in cui si colloca, ma esserne parte integrante e comunicare con esso;

– Innovazione: la flessibilità deve essere alla base della concezione architettonica, garantendo cambiamenti secondo le esigenze terapeutiche, tecnologiche, organizzative e formali;

– Affidabilità: tranquillità e fiducia rispetto all’ospedale dipendono dalla sicurezza ambientale, tecnico costruttiva, impiantistica e igienica del luogo.

– Ricerca: nell’ospedale deve essere presente una sezione dedicata alla ricerca clinico-scientifica che favorisca aggiornamento e adeguamento alle ultime novità sul campo.

– Formazione: l’ospedale deve essere attrezzato adeguatamente per l’aggiornamento professionale e culturale, per medici interni ed esterni, infermieri, tecnici e per chi si occupa della gestione.

Oggi dovremmo aggiungere un capitolo importante sulla sostenibilità energetica degli edifici ospedalieri, sull’uso di materiali ecocompatibili, sulla disponibilità di risorse idriche e sugli spazi a parco e giardino, che già la legge del 1939 imponeva in ragione di 15/20 mq per ogni posto letto e che molti nuovi ospedali prevedono in una concezione innovativa di healing gardens. Ovviamente sarà il progetto definitivo ad affrontare il problema di come coniugare principi tecnici e di cultura ospedaliera con le limitate risorse e con le altrettante limitate dimensioni della nuova struttura, in ragione di 330 posti letto su una popolazione di 160.000 abitanti e quindi decisamente all’avanguardia con soli 2 posti letto per ogni mille abitanti, contro una media italiana, nel 2012, di 3.88, una media europea di 4.8, una minima della Svezia e del Regno Unito rispettivamente con 2.7 e 2.8 posti letto e un massimo in Germania di 8.22 posti letto per 1000 abitanti.

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La contropartita, dopo il fallimento dell’ospedale unico plurisede (nel VCO abbiamo una passione per gli ossimori), dovrebbe essere costituita dalla medicina territoriale, di cui ancora non si conoscono le linee fondamentali, ma che dovrebbe rappresentare il metodo per il superamento dei cosiddetti “Codici bianchi e verdi”. Altrettanto fumoso è ancora il capitolo del reperimento delle risorse economiche necessarie, genericamente ancora da ritrovare nei risparmi nella gestione dei vecchi ospedali.

In un precedente articolo, Verbania 70, preso atto della nuova urgente indicazione regionale su un ospedale unico non più “multi sede”, ma in assenza assoluta di criteri per la localizzazione salvo quello di “trovare un accordo, altrimenti salta tutto”, si è cimentata sul tema delle aree teoricamente disponibili in relazione alla baricentricità rispetto ad un territorio fortemente disperso su tre aree separate da invalicabili creste montane.

A nostro parere, i siti teoricamente possibili per i nuovo ospedale sono, possiamo ormai dire erano, cinque: Piedimulera, i due di Ornavasso (al piano e in collina), Gravellona Toce (area palazzetto) e Verbania-Fondotoce (tra “Gran Casa” e “Raffineria Metalli Cusiana”), quest’ultima, per quel che risulta solo accennata, forse in quanto “scandalosa”, per via del fatto di non essere ossolana, il che non è geograficamente neppure vero, in quanto posta sulle sponde del fiume ossolano per eccellenza.

Le analisi della baricentricità hanno dimostrato che i tempi di accesso automobilistici erano sostanzialmente simili per tutte le aree, esclusa Piedimulera, e pertanto non discriminanti. Non sono stati invece considerati altri elementi quali quelli di una presenza turistica che, nei quattro mesi estivi, raddoppia la popolazione dei Comuni rivieraschi come Stresa, Baveno, Verbania e Cannobio, e che sposterebbe vistosamente le condizioni di baricentricità viabilistica a favore del sito di Verbania. Non sono stati neppure evidenziate alcune direttrici di accessibilità che privilegiano il sito di Verbania rispetto ad altri, come quelle provenienti dai Comuni di Mergozzo e Candoglia o da Stresa e Baveno attraverso la bretella SS 33/34. Tutti i siti possiedono peraltro una viabilità esistente di vario livello, eccezion fatta per il sito di Ornavasso collina, che necessita di realizzazione di una strada apposita, della lunghezza indicativa di 800 m.

Ornavasso 2il sito collinare di Ornavasso scelto per l’ospedale

Ci eravamo ripromessi di evidenziare ai lettori anche gli altri parametri, ma l’incredibile urgenza imposta dalla Regione, dopo anni di stasi, ha orientato quasi tutti i Sindaci verso il sito di Ornavasso collina. Anche se ormai la macchina regionale sembra partita, a meno che i tecnici urbanistici e geologici regionali incaricati riaffrontino il tema della localizzazione anche per confronto con le altre aree, noi testardamente proponiamo una lettura più analitica degli altri parametri:

a) Accessibilità con mezzi pubblici. Il sito di Verbania è innegabilmente il migliore per la presenza sia della linea di autobus Verbania Omegna che di quella Verbania Domodossola; inoltre è a poca distanza dalla stazione di Fondotoce della linea ferroviaria Arona –Domodossola. Gli altri siti dispongono della linee di autobus Verbania Domodossola e Omegna Domodossola e della linea ferroviaria Novara Domodossola, tutte con meno corse. L’ipotesi, apparsa sul quotidiano La Stampa, che si possa prevedere che alcune corse della Verbania Omegna facciano alcune brevi passaggi sino ad Ornavasso, pare poco praticabile e l’accessibilità a questo sito rimarrà verosimilmente solo automobilistica privata.

b) Vincoli geologico ambientali e condizioni urbanistiche. Nell’ordine, dal sito migliore al peggiore:

– il sito di Piedimulera è esente da vincoli geologici e ambientali di ogni tipo e non presenta necessità di varianti urbanistiche, ma è molto poco baricentrico;

– il sito di Verbania è in classe II di pericolosità geologica, per almeno 70.000 mq, e parzialmente soggetto a vincolo idrogeologico non boscato, tutto quindi edificabile e dispone di un’altra area adiacente, sempre pianeggiante, in classe IIIa, inedificabile e soggetta vincolo ambientale, ma utilizzabile a parco per almeno altri 80.000 mq, fino al fiume Toce. La prima zona, ben esposta a Sud, e di dimensioni pari, tanto per intenderci, a quella del nuovo ospedale di Legnano (74.000 mq e 550 posti letto), può essere utilizzata mediante variante urbanistica senza particolari difficoltà; oggi è utilizzata per attività floricole e pertanto presenta il relativo costo per espropri;

– il sito di Gravellona Toce è soggetto a classe IIIb per allagabilità, e quindi oggi è inedificabile, almeno sino alla realizzazione delle difese da parte dell’AIPO; presenta inoltre vincoli relativi al depuratore, al cimitero e ad un elettrodotto, oltre alla presenza ingombrante di un palazzetto dello sport mai finito;

– il sito di Ornavasso 1 è soggetto a classificazione IIIa e, parzialmente, IIIb per allagabilità, quindi altrettanto inedificabile, almeno sino alla realizzazione delle difese da parte dell’AIPO; oltre a contenere un vincolo sia pur marginale per metanodotto, è anche compreso fra una superstrada e una ferrovia, con condizioni acustiche non ottimali e attualmente appare accessibile solo attraverso un passaggio a livello;

– il sito di Ornavasso 2, l’unico in pendio, presenta una prima fascia in classe IIIa , inedificabile, e una seconda fascia, più alta, in classe II, ambedue boscate, soggette a vincolo idrogeologico e ambientale e con presenza di elettrodotti.

c) Condizioni morfologiche, geotecniche e costruttive.  Nell’ordine, sempre dal sito migliore al peggiore:

– dal punto di vista geotecnico il sito di Piedimulera, di superficie molto ampia, pianeggiante, inedificato, su terreni alluvionali grossolani e ben drenati, presenta condizioni morfologiche, geotecniche e costruttive favorevoli e senza particolari problemi di urbanizzazione;

– i terreni di Verbania, Gravellona Toce e Ornavasso 1 sono geotecnicamente simili, in quanto costituiti da sedimenti fluviali a granulometria fine. Non sono condizioni geotecniche ottimali ed è possibile che si debba ricorrere a fondazioni di tipo speciale, come del resto qualsiasi edificazione lungo la valle del basso Toce. Non presentano particolari problemi di urbanizzazione.

– il sito di Ornavasso 2 presenta condizioni morfologiche geotecniche e costruttive assolutamente non idonee al posizionamento di un complesso ospedaliero. Il versante è completamente roccioso e anche se la parte più alta non presenta condizioni di dissesto, la pendenza media è dell’ordine del 20/25 %, il che significa che per posizionare un edificio monoblocco, sia pur articolato (il sistema a padiglioni separati, nato per motivi igienici, non è più considerato funzionale), occorrerà procedere ad importanti sbancamenti o a terrazzamenti con relative significative opere di sostegno e relativi inevitabili sfasamenti di livello fra i corpi di fabbrica. La presenza di elettrodotti limita verso l’alto l’area, mentre verso il basso aumenta la pendenza sino alla formazione di pareti rocciose. Rete idrica, fognaria, elettrica e di gas metano sono inesistenti e vanno realizzate ex-novo. L’accessibilità stradale, da realizzare appositamente, e la formazione di parcheggi presenterà analoghe difficoltà, così come gli eventuali futuri ampliamenti o il posizionamento di strutture accessorie, anche di carattere ricettivo, ormai abitualmente previste nelle città della salute. Dal punto di vista climatico, l’area si colloca esposta ad Est e a partire da novembre è in ombra al pomeriggio, oltre al fatto che Ornavasso, come è evidente dal toponimo, presenta la più elevata precipitazione media annua di tutto il VCO (2000/2300 mm). Le condizioni climatiche morfologiche in questione e la presenza degli elettrodotti possono anche condizionare l’uso dell’elicottero, oggi determinante per l’accesso urgente a un ospedale. Dal punto di vista dei criteri del meta progetto di Veronesi e Piano, non si può non osservare che il sito di Ornavasso collina non garantisce il rispetto della maggior parte di essi, soprattutto nei riguardi dell’urbanità e della flessibilità

d) Costi
Dal punto di vista dei costi di costruzione e gestionali si spera che lo studio di fattibilità affronti e confronti ancora le soluzioni alternative, ma siamo disposti a scommettere che, per le anomale condizioni costruttive e di urbanizzazione, il sito di Ornavasso 2 finirà per costare almeno il 30 % in più di ogni altro ospedale, a parità di numero di posti letto (la storia dell’Ospedale di Alba dovrebbe insegnare).

CONCLUSIONI
Davanti a questa scelta affrettata si deve innanzitutto comprendere la delusione di molti sindaci ossolani che evidenziano che il sito di Piedimulera presenta condizioni urbanistico ambientali migliori di tutte le altre e davanti ad una scelta certamente non convincente, neppure perfettamente baricentrica, si sono ritirati in un’astensione o addirittura in un rifiuto di partecipazione.

Riteniamo invece che un’analisi generale dei vari siti, basata sui vari parametri, come abbiamo condotto e soprattutto organizzato attorno a una parallela convincente proposta di medicina territoriale, avrebbe potuto rendere più accettabile anche alla componente ossolana una proposta diversa, quale quella che abbiamo illustrato in queste pagine.

 di Diego BRIGNOLI      Italo ISOLI      Roberto NEGRONI      Claudio ZANOTTI

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