PISU: LA SCELTA PEGGIORE

Il PISU della Giunta Zacchera si sta rivelando la scelta peggiore per la città: nessun confronto con la popolazione, le associazioni e le categorie; assenza di un’idea-guida che non sia spillare quattrini per il teatro/centro-eventi; distruzione di opere già realizzate dal valore di milioni di euro. Eppure, un PISU alternativo era possibile. Anzi, tre.

Il Consiglio Comunale ha approvata la variazione del Bilancio 2011, con cui si dà atto del contributo di 12,8 milioni erogato dalla Regione Piemonte per il Programma Integrato Sviluppo Urbano (PISU) del Comune di Verbania. La discussione in Consiglio Comunale è stata preceduta da una serie di attività propagandistiche (riunione congiunta delle Commissioni consiliari e dei Comitati di Quartiere, pellegrinaggio in Provincia di Cota e dell’assessore regionale Giordano con annessa conferenza-stampa, interviste a giornali) tese ad accreditare questa tesi: ci sono tanti soldi da spendere e qualunque cosa si faccia con questi soldi va comunque bene.

Naturalmente non è così. Anzi. Il PISU imposto alla città da PdL e Lega Nord è il peggiore che si poteva concepire. Innanzitutto non è un “Programma Integrato”, poiché l’unica ragione della sua stesura risiede nella possibilità di strappare finanziamenti regionali per il teatro/centro-eventi, che da solo assorbe il 78% delle risorse riconosciute. Gli altri 11 progetti sono la normale manutenzione della città spesso già eseguita e pagata: la sistemazione di palazzo Flaim e del parco ex minigolf, la manutenzione del villino all’ingresso della biblioteca, la malinconica fontanella di Sant’Anna, lo scarico dei gabinetti dei camper, la sistemazione un edificio del Comune a Intra, l’ampliamento della già esistente rete a fibra ottica. L’unico progetto dignitoso è la sistemazione dell’argine sinistro del San Bernardino dal terzo ponte alla foce, di cui peraltro già abbiamo parlato (cfr. https://www.verbaniasettanta.it/?p=3510, e https://www.verbaniasettanta.it/?p=3540).

Purtroppo, il PISU finanziato è tutt’altra cosa: si distruggono opere per 2 milioni di euro già realizzate negli ultimi 10 anni nel riqualificato parco Arena, coprendole con il mastodonte cementizio dell’Arroyo 2; si vanifica l’unico, vero disegno di riqualificazione urbanistica di spazi pubblici al quale la città sta lavorando da molti decenni, e cioè la progressiva integrazione tra Sassonia e Sant’Anna. Eppure altri PISU erano possibili. Ad esempio, uno poteva essere centrato su Sant’Anna-Sassonia, con la realizzazione del teatro di piazza F.lli Bandiera, il completamento della ristrutturazione di Casa Ceretti, la creazione del lungofiume del San Bernardino, la costruzione della passerella ciclopedonale verso il parco arena, la copertura dell’Arena, il completamento del parco a lago tra Villa Maioni e il porto turistico. Un eventuale, diverso PISU avrebbe potuto coinvolgere l’intera area Acetati, attraverso una riqualificazione urbanistica ed edilizia e la creazione di spazi per attività produttive nel campo delle energie rinnovabili, con la creazione di un numero di posti di lavoro ben superiore ai nove posti del teatro/centro-eventi. E una terza ipotesi di PISU? Certo: costruire un progetto sulla mobilità urbana, articolato su quattro direttrici: stabilizzare la sperimentazione innovativa e inedita di LiberoBus, bruciata scioccamente dalla Giunta Zacchera; realizzare in tutta la città il progetto di bike-sharing; realizzare la pista ciclabile Fondotoce-Suna e implementare i percorsi ciclopedonali già esistenti in città; ampliare le zone pedonalizzate partendo dal lungolago di Pallanza.

Infine, il peccato originale: avere snobbato la città, le sue associazioni e le sue categorie, le forze politiche e il Consiglio Comunale. Un PISU nato e cresciuto in una sola stanza del Municipio, per inseguire una deriva solipsistica incarnata in un mastodonte di cemento privo di logica urbanistica.

Questa voce è stata pubblicata in Opere e lavori pubblici. Contrassegna il permalink.

Lascia un commento