CARTA BOLLATA AI VERTICI DEL COMUNE di Claudio ZANOTTI

“Osservata con distacco (o forse disinteresse) da una città ormai politicamente disincantata, la tenzone giudiziaria in corso mantiene almeno una ragione di interesse collettivo per chi ha a cuore la buona amministrazione della comunità cittadina. L’accelerato turn over delle funzioni apicali giuridico-gestionali (quattro/cinque segretari generali in nove anni e un paio di dirigenti nei mesi scorsi) consolida l’anomalia di uno squilibrio nelle funzioni e di un’asimmetria nelle responsabilità che non ha fatto e non farà bene al Comune.”

Da qualche giorno i media locali e nazionali ci informano dell’avvio di un durissimo contenzioso giudiziario tra il sindaco della città e il segretario generale del Comune. Originato dall’esito di un concorso per la copertura di un posto da dirigente, del quale la magistratura si sta occupando già da qualche mese, il contenzioso è sfociato in una denuncia in cui – secondo quanto riportato dalla stampa – si ipotizzano i reati di mobbing, minaccia, atti persecutori, diffamazione, lesioni personali, violenza privata, tentata induzione indebita e tentata concussione. Ribadita l’opportunità che ogni valutazione di merito sia rinviata alla conclusione del lavoro dell’autorità giudiziaria, invitiamo chi volesse saperne di più alla consultazione dei giornali cartacei e digitali (ad esempio, qui le due posizioni). In questa sede interessa soltanto sottolineare che un evento di questa portata non ha precedenti nella storia amministrativa della nostra città. E non solo della nostra città. Si tratta di uno scontro diretto tra due persone che rappresentano le figure apicali del Comune: il sindaco, che ha la responsabilità di dare attuazione ai contenuti del programma amministrativo sul quale ha ottenuto il voto dei cittadini, e il segretario generale, a cui compete di garantire che l’attuazione del programma avvenga nel rispetto delle leggi.

Proprio la sinergia implicata dalla condivisione – pur con compiti e responsabilità molto diversi (e forse proprio per questo) – della posizione di vertice nella gerarchia dell’Ente spiega perché, ai sensi del TUEL, il segretario comunale è nominato in maniera fiduciaria e discrezionale dal sindaco. Dunque anche questa segretaria. E della particolarità del ciclo amministrativo che si avvia a conclusione qualcosa pure dirà il fatto che, mentre nei precedenti trent’anni si sono succeduti in Comune cinque sindaci e tre segretari generali, negli ultimi nove anni con un solo sindaco si sono avvicendati quattro segretari titolari inframmezzati da qualche supplente.

Conflitto radicale, si diceva, alimentato da contrasti che – per quanto ci è dato di capire – sono sfociati in un’ostilità insanabile destinata a risolversi soltanto in sede giudiziaria, dalla quale uscirà un vincitore e uno sconfitto. Vittoria e sconfitta che risulteranno di immediata evidenza anche se, inopinatamente, si arrivasse a una qualche composizione stragiudiziale: eventualità in questo caso molto difficile, ma tutt’altro che infrequente nei tribunali italiani. Al di là delle ricadute di una sentenza sulle biografie individuali delle duellanti, non si può trascurare il fatto che lo sviluppo stesso della vicenda giudiziaria condizionerà inevitabilmente i mesi che separano la città dalle elezioni di giugno.

Se lo scontro al vertice del Comune costituisce senza dubbio un fatto eclatante e inedito per durezza e portata, nessuno nel sistema politico locale sembra averlo colto. Le reazioni hanno così oscillato tra imbarazzo e incomprensione. Giunta, sindaco e pd hanno provato a derubricare la denuncia della segretaria ad attacco politico preordinato con lo scopo di colpire la maggioranza a ridosso delle elezioni: posizione tanto sorprendente quanto inconsistente, stante la mancata indicazione sia dell’identità dell’attaccante sia del contenuto dell’attacco. Provenienza e contenuto che, non esistendo, sono peraltro impossibili da individuare. La destra e l’opposizione civica si sono limitati a censurare le ricadute negative di immagine della città sul piano nazionale e a lamentare – ora per allora – asseriti ritardi, omissioni e arroganza nelle risposte dell’Amministrazione a un’interrogazione della scorsa primavera sul concorso che ha innescato la vicenda. Di altri soggetti politici (Forza Italia, M5S, Lega…) si registra il silenzio.

Osservata con distacco (o forse disinteresse) da una città ormai politicamente disincantata, la tenzone giudiziaria in corso mantiene almeno una ragione di interesse collettivo per chi ha a cuore la buona amministrazione della comunità cittadina. L’accelerato turn over delle funzioni apicali giuridico-gestionali (quattro/cinque segretari generali in nove anni e un paio di dirigenti nei mesi scorsi) consolida l’anomalia di uno squilibrio nelle funzioni e di un’asimmetria nelle responsabilità che non ha fatto e non farà bene al Comune e che rimbalza negativamente sulla struttura organizzativa dell’ente, come qualche settimana fa abbiamo puntualmente documentato su queste pagine. E non può lasciare indifferenti tutti coloro che guardano alla tornata elettorale di primavera.

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