PRATI E CEMENTO? LE OSSERVAZIONI ALLA VARIANTE DEL PRG di Claudio ZANOTTI e Nico SCALFI

Metà delle Osservazioni presentate chiedono che terreni agricoli, boscati, interstiziali e a verde privato siano trasformati in aree edificabili. E una parte rilevante di questi suoli si trova sulla collina di Intra e sul Monterosso. Con la Variante generale al PRG la città ha un’occasione storica per disegnare il profilo della comunità per molti decenni a venire e non può correre il rischio di sprecarla, soprattutto dopo avere solennemente dichiarato “che non è possibile incrementare l’uso di suolo rimasto libero dall’edificazione“. Per questo siamo ottimisti.

Una prima, sintetica analisi delle quasi 200 Osservazioni depositate in Comune ci confermano nella convinzione che la Variante Generale al Piano Regolatore Generale della città sia una questione di grande, grandissima rilevanza socio-politica, amministrativa e ambientale. La proposta di Variante, approvata dal Consiglio Comunale a fine luglio, è stata da AmbienteVerbania (cfr. qui e qui) dapprima puntualmente analizzata, portando attraverso i media all’attenzione dell’opinione pubblica un tema solitamente lasciato alle elucubrazioni dei tecnici, e successivamente approfondita con l’acquisizione e l’avvio dello studio delle numerose Osservazioni.

Presentate da distinte categorie di portatori di interesse (i cittadini proprietari di terreni ed edifici, gli operatori economici, le realtà associative), le Osservazioni si organizzano intorno a tre aree tematiche: le richieste di precisare, correggere e chiarire i contenuti progettuali e normativi della Variante; le richieste di trasformare in terreni edificabili i suoli naturali inedificati e “vergini” (aree agricole, zone boscate, spazi urbani interstiziali); le richieste di modificare nel senso auspicato dai soggetti imprenditoriali proprietari le previsioni urbanistiche relative a molte aree cittadine oggetto da anni (decenni!) di animati confronti dialettici con l’Amministrazione e tra segmenti diversi dell’opinione pubblica (solo a mo’ d’esempio citiamo l’area Eden e quella ex Acetati, i camping del Piano Grande e le aziende floricole, l’area ex Buzzi, villa Poss, ex Orsoline….).

Se il primo blocco di Osservazioni (precisare, correggere, chiarire) ha un rilievo trascurabile, ben diversa importanza assume invece il blocco (nettamente maggioritario: una novantina su duecento) delle Osservazioni che chiedono case al posto dei prati. E non poteva che essere così, visto che già nella proposta di Variante nelle zone di maggior pregio paesaggistico e ambientale della città (Monterosso e collina di Intra) si individuava una cinquantina di lotti vergini da rendere edificabili con edifici unifamiliari di 150 mq più pertinenze e urbanizzazioni (qui, primo paragrafo). A questa fortunata avanguardia di proprietari chiede ora di aggiungersi un altro centinaio di soggetti, le cui Osservazioni propongono di rendere edificabili i terreni inedificati di proprietà attraverso il cambio di destinazione d’uso da agricolo/boscato/interstiziale/verde privato a edificabile nelle diverse tipologie previste dalla Variante (i 150 mq predeterminati, l’indice di edificabilità 0,5 o 0,2 mq/mq, l’edificabilità una tantum). Come ci si poteva facilmente immaginare, le richieste di edificare su suoli vergini riguardano in buona parte dei casi le aree di maggior pregio, ovvero la collina di Intra con Biganzolo/Antoliva/Zoverallo, le quattro zone del Monterosso (Plusc/Madonna di Campagna; Suna/via Grado; Suna/Cavandone/Buon Rimedio; Fondotoce/Cavandone), ma non manca qualche richiesta alle prime, delicatissime pendici della Castagnola. Insomma, se per assurdo tutte le richieste di edificazione residenziale su suoli liberi venissero accolte, lo snaturamento della città alta già avviato con la trovata dei 150 mq predeterminati assumerebbe caratteri drammatici soprattutto sul versante sud del Monterosso, dove sarebbero realizzate decine e decine di edifici a completare una cementificazione avviata in maniera selvaggia tra gli anni ’50 e ’60 e poi faticosamente contenuta tra la fine degli anni ’90 e i primi 2000. Per non parlare delle ipotesi di realizzare strutture turistico-ricettive verso Cavandone, a monte dell’ex colonia Motta.

L’importanza strategica per il futuro di Verbania del passaggio Variante/Osservazioni imporrà di ritornare a breve su questa delicata problematica, analizzando anche il terzo blocco di richieste, quello dei soggetti imprenditoriali. Resta da capire se nelle prossime settimane si avvertirà un soprassalto di consapevolezza tra coloro cui sono demandati l’esame e la valutazione conclusiva sulle Osservazioni. Ad esempio, non si potrà dimenticare la novità rappresentata dal recentissimo inserimento della parte alta del Monterosso nel parco della Valgrande, che imporrà un sovrappiù di cautela e di accortezza anche nella gestione della fascia immediatamente confinante con quella del parco. Ad esempio, i consiglieri di Maggioranza non potranno ignorare che il programma di mandato dell’Amministrazione approvato nel 2019 recita testualmente: il consumo di territorio è arrivato ormai a livelli non più incrementabili senza minacciare il patrimonio paesaggistico, con qualche rara eccezione…..Risulta inoltre ormai scontato che non sia possibile incrementare l’uso di suolo rimasto libero dall’edificazione, occorre concentrarsi sul riuso e sulla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, con particolare attenzione al tema del social housing””.

In più, Ambiente Verbania ha presentato due Osservazioni in linea con i contenuti di questa analisi. Siamo ottimisti.

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