LA SASSONIA E LA SUA PIAZZA: L’ULTIMA OCCASIONE PER COSTRUIRE IL FUTURO (*)

Spendere nove milioni per interrare i parcheggi oggi esistenti e realizzare una piastra obliqua di copertura significa cancellare l’idea-guida che per quarant’anni ha alimentato la riflessione sul destino di piazza F.lli Bandiera. Eppure basterebbe ragionare sulle opportunità che ancora oggi si offrono, per assegnare importanti funzioni pubbliche a questa porzione di città, innescando un processo di riqualificazione ambientale, sociale e culturale dell’intero quartiere e in grado di estendersi sulle due sponde del San Bernardino.

L’incomprensibile accelerazione che il Comune di Verbania sta imponendo all’esecuzione del contestatissimo progetto di piazza F.lli Bandiera (9,6 milioni di fondi a carico dell’Amministrazione per interrare i posti auto dell’area ex Palatenda BPI e realizzare una piastra di copertura in pendenza tra la piazza e la strada d’argine del San Bernardino: per i cultori della materia: qui, qui e qui) impone un estremo tentativo per riportare ragionevolezza e condivisione su un intervento che – importante per l’intera città – è fondamentale per il futuro del “quadrante” della Sassonia.

Imposto senza dibattito e senza confronto poche settimane dopo le elezioni comunali del 2014 e modificato più volte nel tempo al di fuori di ogni riconoscibile logica urbanistica, l’Amministrazione ha cercato inutilmente finanziamenti pubblici e privati per rendere possibile la realizzazione del progetto, incassando in successione tre bocciature: quella della Regione Piemonte, che ha negato ogni contributo all’opera; quella dello Stato, che non lo ha ritenuto meritevole di finanziamento all’interno del programma nazionale PINQUA (riqualificazione urbana su fondi PNRR); quella degli imprenditori, nessuno dei quali ha partecipato alla gara indetta dal Comune per l’individuazione di un partner privato. La debolezza del progetto appare con evidenza se solo si considera che nell’ultimo decennio sono state finanziate altre importanti opere pubbliche, da ultimo quelle inserite nel programma della Rigenerazione Urbana, evidentemente sostenute una più solida e convincente logica di sviluppo urbano. Invece di prendere atto dell’inconsistenza e dell’impercorribilità del progetto, il Comune ha deciso ugualmente di procedere recuperando internamente (a debito) le risorse finanziarie necessarie.

Il ripensamento radicale del progetto di interramento del parcheggio deve a nostro parere muovere dal recupero dell’idea-guida che sin dalla fine degli anni ’70 ha alimentato il dibattito cittadino sulla Sassonia e le sue piazze, ovvero l’individuazione di importanti e caratterizzanti funzioni pubbliche in grado da un lato di restituire centralità e identità a un rione popolare e marginale rispetto all’abitato storico di Intra e dall’altro di rafforzare la cucitura urbanistica con Sant’Anna avviata con il terzo ponte. Quell’idea, che una ventina d’anni fa aveva preso forma nel progetto a fortissima valenza socio-culturale del nuovo teatro (vanificato dalla rilocalizzazione) e del contestuale recupero/valorizzazione della ex Camera del Lavoro (fallito) e di Casa Ceretti (riuscito), mantiene inalterata la sua forza, che richiede però di essere riattualizzata. Questo il senso del nostro lavoro, che presentiamo in questo contributo.

___________________________

UNA NUOVA DESTINAZIONE PER L’UFFICIO TECNICO. Se piazza F.lli Bandiera è indubbiamente il focus del ragionamento complessivo sul rione Sassonia, lo sguardo deve necessariamente tenere conto di altri elementi. Uno dei più importanti e stimolanti è quello dello stabile (altamente energivoro e di qualità mediocre) e dell’area (degradata) dell’Ufficio Tecnico Comunale, per i quali è tempo di immaginare una diversa soluzione che separi gli uffici, la cui ricollocazione è descritta qui di seguito, dai servizi tecnici oggi ospitati nell’area pertinenziale, il cui risanamento (da rendere compatibile con la presenza dello strategico pozzo di captazione) sarà propedeutico alla destinazione a funzioni operative e di servizio interno (magazzino, archivio, deposito, ricovero dei mezzi comunali e della protezione civile…).

FUNZIONI PUBBLICHE NELLA PIAZZA. All’interno di piazza F.lli Bandiera un ruolo centrale nella riassegnazione di funzioni può essere giocato dall’imponente edificio ex Telecom, che troneggia sull’angolo tra la piazza e via Roma. Da molti anni privo di funzioni amministrative, utilizzato come contenitore di impianti tecnologici a servizio della rete telefonica cittadina e per questa ragione urbanisticamente eccentrico, l’immobile con la sua pertinenza potrebbe trovare una nuova, importante funzione pubblica se – acquisito dal Comune e intelligentemente riqualificato dal punto di vista edilizio ed energetico – fosse destinato a sede dei servizi oggi ospitati all’Ufficio Tecnico (manutenzioni, lavori pubblici, polizia municipale, protezione civile…), senza escludere (anzi!) la disponibilità di cedere il piano terra alle Poste per realizzare finalmente il trasferimento dal budello di via Tonazzi e/o di valutare altre destinazioni a elevato afflusso di utenza (ufficio relazioni con il pubblico, emeroteca e altri servizi culturali…). Appare con piena evidenza che una così importante rifunzionalizzazione costituirebbe il volàno per una riconsiderazione globale degli spazi e dei servizi della piazza, assumendo come obiettivo la sua “vegetalizzazione” da conseguire con la realizzazione su tutto il sedime oggi a parcheggio (e dunque comprendendo anche lo “zoccolo” dell’ex palatenda) di una superficie verde arborata e permeabile, compatibile con la sosta dei veicoli, con la dislocazione dei banchi del mercato e con la presenza del pozzo di captazione, nella prospettiva di “chiudere” in maniera originale e non invasiva il lato incompiuto della piazza e mitigare l’impatto della viabilità da e verso via Brigata Valgrande Martire.

VOCAZIONE SOCIALE DELLA SASSONIA. Riassegnate importanti, caratterizzanti e attrattive funzioni pubbliche a quello che oggi resta uno slargo a parcheggio (e tale resterebbe anche dopo il deprecato progetto da 9,6 milioni), ma che da sempre ambisce a diventare “piazza” e organizzata la riqualificazione degli spazi, l’attenzione di un’Amministrazione lungimirante dovrebbe necessariamente allargarsi al più vasto conglomerato della Sassonia, cercando di leggerne e interpretarne la vocazione. Un tassello non banale è certamente rappresentato dal polo culturale, espositivo e di animazione ricreativa di Casa Ceretti, cui legare – anche per prossimità fisica – la riqualificazione complessiva (edilizia, impiantistica ed energetica, ma soprattutto sociale) delle attigue case popolari, in continuità con gli interventi a forte caratura sociale disposti lungo l’asse di via Roma (Emporio dei Legami, ristrutturazione dello stabile dell’ex circolo socialista, servizi assicurati dalla Chiesa Evangelica Metodista). Un secondo tassello è riconoscibile della presenza ormai storica del più importante mercato settimanale della provincia, che nella valorizzazione funzionale e ambientale di piazza F.lli Bandiera potrebbe trovare gli stimoli per una razionalizzazione e un miglioramento dell’offerta merceologica.

Il PARCO FLUVIALE DEL SAN BERNARDINO. Il cosiddetto ‘Master Plan’ sviluppato dallo studio Kipar e parte integrante della proposta preliminare di variante generale del Piano Regolatore prevede la realizzazione dei due parchi fluviali del San Bernardino e del San Giovanni.   E’ evidente l’importanza della connessione tra il quartiere Sassonia e un’opera di questa natura. Il parco fluviale del S. Bernardino  potrebbe ospitare una ciclopedonale a mezz’argine, ad anello e sui due lati del fiume compresa tra la passerella a lago in fase di posa e lo storico ponte del Plusc. Questa opera potrebbe ospitare un percorso illuminato per cicli, pedoni e integrato con piazzole dotate di spazi da gioco per bimbi, aree di sosta e attrezzate per lo sport. Un’opera che, conformata con la sistemazione dell’argine su via Brigata Valgrande, permetterebbe inoltre di ottenere circa 300/350 posti auto a pettine ubicati dal terzo ponte al ponte del Plusc e soprattutto permetterebbe di dotare Verbania di un’area naturale, sistemata e subito prossima al centro cittadino di una bellezza paesaggistica unica, magari integrata con il “bosco Acetati” dislocato in sponda destra tra il depuratore e le “torri” di Sant’Anna.

AREE DI SOSTA E PRESERVAZIONE DEI SUOLI. Per quanto attiene alle aree di sosta, si parta dal concetto che le auto dovrebbero essere disincentivate dalle aree del centro e sarebbe auspicabile trovare altre localizzazioni meno baricentriche ma comunque comode. Sopra si accennava alla possibilità di realizzare diversi posti auto lungo l’argine dal terzo ponte al ponte del Plus; inoltre sarebbe auspicabile anche l’utilizzo di un’area molto interessante e compresa tra vicolo alla Fonderia e via Brigata Valgrande che da subito potrebbe ospitare diversi posti auto collegati facilmente a p.zza San Giuseppe nella parte alta e tramite via Perassi al centro basso di Intra, nonché dotata di una grande superficie fotovoltaica a servizio delle attività pubbliche limitrofe (uffici pubblici, scuole, case popolari, ecc…).Un’altra area libera posta tra via Perassi e via Marsala potrebbe ospitare facilmente altri posti auto, tutte soluzioni che eviterebbero – se conformate in maniera intelligente con verde e permeabilità – sia costose costruzioni sia consumo del suolo.

RIGENERAZIONE URBANA. Vi è poi una considerazione strategica in merito alle possibilità di finanziamento nazionali ed europee che si potranno realisticamente prevedere nei prossimi dieci anni (rigenerazione urbana e rivoluzione energetica), in stretta sinergia con le politiche comunali già contenute nel PAESC (Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima). Se consideriamo l’area Sassonia complessivamente, ovvero nell’insieme di piazze e traverse tra via Quarto, corso Mameli e via Perassi, è già ora possibile pianificare una serie di interventi che, partendo dalla riqualificazione energetica delle case popolari del comparto di via Roma, si estendano alla riorganizzazione delle piazze superando il vecchio modello della “piazza d’armi” a distesa di asfalto per un modello che preveda un ampliamento  del verde urbano, del recupero delle acque e delle pavimentazioni utili alla mitigazione delle ondate di calore, e si completino con la valorizzazione dell’edificato popolare caratteristico della Sassonia e riconoscibile tra via Roma e via Perassi e con la riqualificazione dell’argine del fiume San Bernardino oggi sospesa all’altezza del terzo ponte. Se consideriamo questi obiettivi entro la rifunzionalizzazione precedentemente esposta, riconosciamo un piano sostenibile per la Sassonia, un’iniziativa di rigenerazione urbana coerente con le sfide e gli obiettivi del prossimo futuro.

(*) AmbienteVerbania

Questa voce è stata pubblicata in Sassonia, Urbanistica e territorio. Contrassegna il permalink.

2 risposte a LA SASSONIA E LA SUA PIAZZA: L’ULTIMA OCCASIONE PER COSTRUIRE IL FUTURO (*)

  1. Alberto Spriano scrive:

    Il tema è preziosissimo, vitale: acqua.
    L’acqua che beviamo tutti.
    È necessario salvaguardare tutti i pozzi.
    È necessario valutare le misure indispensabili alla messa in sicurezza dei pozzi per far sì che le stesse siano sufficienti a minimizzare i rischi di potenziale contaminazione delle acque emunte in caso di esondazione del lago e allagamento dei terreni sempre più impermeabilizzati, tenendo conto degli eventuali sversamenti accidentali di olio dai veicoli parcheggiati che potrebbero interessare l’area di salvaguardia in un tempo relativamente breve. Pertanto, lontane le auto e i parcheggi dalle aree di salvaguardia di tutti i pozzi.
    È indispensabile dotare i campi pozzi di un sistema di monitoraggio periodico ma anche continuo, collegati ad un sistema di allertamento e di esclusione automatica dei pozzi dalla rete in caso di alterazione dei parametri monitorati adottati.
    Non è molto ma riuscirebbe a minimizzare i possibili rischi in breve tempo oltre ad essere funzionale ai primi interventi urgenti di contenimento del pericolo igienico-sanitario e dei responsabili ambientali del danno.
    Tutto ciò renderebbe più efficace il protocollo d’intervento per la gestione delle situazioni di emergenza che prevede l’approvvigionamento idrico alternativo in caso di esclusione dei pozzi dalla rete. Tutto ciò deve avvenire in tempi ristrettissimi non appena si verifica un’alterazione dei parametri chimico-fisici e microbiologici dell’acqua che beviamo.
    Vietare tassativamente in tutte le aree di salvaguardia dei campi pozzi l’insediamento dei centri di pericolo previsti all’articolo 6 del regolamento regionale 15/R/2006 e impedite pertanto le attività ivi specificate controllando tutte le dichiarazioni di avvio delle attività economiche al SUAP poste nelle aree di salvaguardia.
    Prima dei parcheggi, della viabilità, del verde, prima di ogni cosa è necessario una volta per tutte progettare prioritariamente tutte le zone di tutela e di salvaguardia del campo pozzi funzionali alla tutela della risorsa acqua, privilegiandola su qualsiasi funzione o destinazione urbanistica. Su ogni cosa. Costi quel che costi.

  2. Pietro Mazzola scrive:

    Mi sono un pò rinfrescato la memoria e sono venuto a conoscenza di proposte e/o progetti che non conoscevo non avendo partecipato attivamente alla cosa pubblica in questi ultimi anni. Sostanzialmente mi sento di condividere tutte le considerazioni e le proposte contenute. Ritengo altresì opportuno che si apra quanto prima un ampio confronto pubblico in Sassonia e non solo per rendere partecipe la popolazione facendo ciò che l’attuale Amministrazione non ha fatto (o forse si), specie in questi tempi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *