RIPORTARE VERBANIA TRA I GRANDI “RICICLONI” (*)

A quasi vent’anni dalla “rivoluzione” del sacco bianco la città scopre di avere ancora margini di miglioramento, riassunti in due numeri magici: 75 e 80. La sfida è alla nostra portata e richiede di agire sul versante della sensibilizzazione dei cittadini e su quello dell’affinamento delle modalità di raccolta delle quasi 17.000 tonnellate di rifiuti annualmente prodotti. Insomma, possiamo realisticamente ambire al titolo di “Comune Rifiuti free”.

Al di là delle polemiche di questi mesi tra Comune di Verbania e ConSer Vco, il ciclo dei rifiuti resta uno dei temi più importanti della nostra comunità cittadina, come ben testimonia l’azione dispiegata con successo nei primi anni 2000 e proseguita sino ad oggi con risultati sempre complessivamente soddisfacenti. E’ però difficile non riconoscere come la fortissima motivazione politica degli amministratori e la profonda sensibilità ecologica dei cittadini siano venute gradualmente scemando nel corso degli ultimi 20 anni, quasi che lo sforzo collettivo di amministratori e cittadini – premiato da esiti molto lusinghieri e da riconoscimenti sul piano nazionale – non necessitasse di essere continuamente alimentato e rafforzato per tenere il passo con le sfide indotte da obiettivi ecologici sempre più ambiziosi e dall’incessante progredire delle cosiddette buone pratiche. Per questa ragione l’imminenza delle elezioni amministrative impone alle forze politiche di immaginare una nuova stagione anche in materia di trattamento dei rifiuti urbani, con il triplice obiettivo di incrementare la raccolta differenziata, ridurre la produzione di rifiuto da avviare a smaltimento e migliorare la qualità e il decoro urbani attraverso il miglioramento dei comportamenti individuali e collettivi della popolazione.

Come si può ricavare dal prospetto qui di seguito riprodotto, i dati più aggiornati (a tutto ottobre 2023) indicano una percentuale di Raccolta Differenziata pari al 74%, destinata a salire al 75% a dicembre (RD nel 2022: 75,04) con la diluizione sull’anno del “picco” turistico di rifiuti tipico dei mesi estivi.

Si tratta di un risultato di tutto rispetto, superiore sia alla media provinciale (70,5%) sia alla percentuale delle altre due città di subarea, Omegna (70%) e Domodossola (65,6%), ma inferiore a Gravellona Toce (81,5%). Se però leggiamo questo dato nella continuità storica degli ultimi 15/20 anni, notiamo che l’incremento della RD dall’introduzione del “sacco bianco” è stato di circa 3 punti (71/72% nel biennio 2007-2009), a segnalare che nel tempo la “rivoluzione” del 2006 (sino ad allora la RD era al 52%) è stata sì consolidata e perfezionata, ma non pienamente valorizzata con il conseguimento di quell’80% considerato già allora obiettivo molto ambizioso ma realistico. Insomma, la città si è un po’ seduta sugli allori (nel 2007 Verbania conquistava il primo posto nazionale nella classifica dei Comuni “ricicloni” di Legambiente), investendo meno nelle attività di informazione, comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini e nell’ampliamento dei servizi finalizzati all’aumento della RD e alla diminuzione della produzione dei rifiuti.

L’azione “motivazionale” nei confronti dei cittadini, intensa ed efficace negli anni in cui è stata lanciata la sfida del “sacco bianco conforme” (vedi qui, qui, qui e qui il materiale allora prodotto, in tempi preistorici in cui la comunicazione cartacea dominava su quella digitale, quasi inesistente), oggi stenta molto ad affermarsi, come dimostrano da un lato i lievissimi incrementi della differenziata in oltre 16 anni e dall’altro il graduale diffondersi di comportamenti censurabili da parte dei cittadini, a cominciare dall’abbandono dei sacchetti a ridosso dei cestini stradali per giungere al conferimento improprio di rifiuto, che abbassa la qualità e la conseguente remunerazione da parte del Conai del materiale riciclato (a proposito: i ristorni al Comune per carta, cartone e vetro nel 2022 sono stati pari a 342.000 €), e infine all’abbandono nell’ambiente di materiali e manufatti. D’altra parte è proprio alla sinergia tra cittadini consapevoli e motivati, enti locali a forte impronta ambientale e gestori efficienti che è affidato il compito di raggiungere i nuovi, ambiziosi obiettivi che Legambiente affida ai suoi Comuni ricicloni: diventare Comuni “Rifiuti free”, ovvero raggiungere livelli di RD superiori all’80% e ridurre la frazione secca da smaltire sotto la soglia dei 75 kg/abitante/anno (cfr. Comuni Ricicloni 2023). Si tratta di un risultato più facilmente conseguibile dai piccoli Comuni, ma tra i 629 premiati di quest’anno troviamo anche quattro capoluoghi di provincia del nord-est: Trento, Treviso, Belluno, Pordenone. La nostra città ha una RD al 75% e una frazione secca annua per abitante di circa 130Kg: c’è ancora da lavorare, ma l’obiettivo è alla nostra portata.

Si tratta quindi di agire su due versanti. Innanzitutto riprendere una massiccia campagna di sensibilizzazione che indichi gli obiettivi da conseguire, le ragioni per cui ci si incammina in questa direzione, i valori che sostengono l’impresa e i ritorni per la comunità cittadina, coinvolgendo tutti gli attori sociali a partire dalle scuole (Verbania vanta una grande tradizione in questo senso), dalle associazioni, dagli organismi di decentramento, dal sistema massmediale, e utilizzando strumenti innovativi (internet, social, digitale) e tradizionali (cartaceo) per raggiungere tutte le famiglie residenti e tutti gli esercizi commerciali interessati. Al COUB (consorzio di bacino) e a ConSer Vco tocca invece individuare le azioni da intraprendere per conseguire i due obiettivi indicati (75 kg/abitante/anno e almeno 80% di RD).

Noi proviamo a suggerirne alcune, magari partendo dalla misura premiale già esistente per chi fa autosmaltimento dell’organico (compostaggio domestico). Introdotta a Verbania nel 2005 secondo modalità molto snelle, garantisce a un nucleo medio di tre persone un risparmio sulla TARI compreso tra i 30 e i 50 euro: non poco, ma la sensazione è che pochi, pochissimi a Verbania siano a conoscenza di questa opportunità, che potrebbe essere estesa anche ad alcune realtà condominiali. E alla raccolta condominiale sarebbe utile tornare a gettare uno sguardo, per verificare se la correttezza dei conferimenti nei cassonetti interni si mantiene alta o se nel corso degli ultimi vent’anni si sia indebolita, mentre una più attenta azione preventiva, dissuasiva, educativa e infine sanzionatoria andrebbe riservata all’abbandono dei sacchetti dentro e intorno ai cestini stradali. Tra le buone pratiche rilanciate dal dossier sui “Ricicloni” possono essere utilmente valutate ed eventualmente adottate quelle relative alla suddivisione del vetro per colore (contenitori trasparenti e colorati), alla separazione/valorizzazione dei metalli (alluminio), delle plastiche biodegradabili (stoviglie monouso, cialde, sacchetti in materbi…), degli oli esausti, del materiale di spazzamento per trarne ghiaia. E poi ancora una più puntuale azione sui conferimenti delle utenze turistiche, siano esser seconde case, affittanze brevi o grandi strutture en plein air. Ultimo, but not least, da Coub e ConSer può essere riconsiderato (in graduale diminuzione) il numero di sacchetti bianchi consegnati annualmente ai nuclei familiari, in modo tale da elevare il livello di attenzione dei cittadini nel differenziare tutto ciò che è possibile e nel ridurre di conseguenza il rifiuto secco indifferenziato.

I “compiti a casa” per i prossimi cinque anni sono a questo punto sufficientemente chiari e si sostanziano nei due numeri più sopra richiamati: <75 kg/ab./anno e >80%. Possiamo farcela.

(*) AmbienteVerbania

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