UNA STRADA D’ARGINE PER INIZIARE LA RIVOLUZIONE VIABILISTICA DI VERBANIA

Il “sogno europeo” del grande lungolago di Intra liberato dall’assedio del traffico e dei parcheggi impone l’avvio di una rivoluzione dei flussi di traffico che oggi interessano la città e si scaricano su c.so Mameli, creando una cesura insanabile tra le piazze e la passeggiata a lago. E la rivoluzione deve partire dalla realizzazione del secondo lotto della strada d’argine del San Giovanni, raccordando via B.gta Cesare Battisti con via S. Giovanni Bosco.

VERBANIAVENTITRENTA

Da qualche settimana media e social sono tornati a puntare l’attenzione sulla frazione di Intra, con un’attenzione particolare alle zone di indiscusso pregio ambientale e paesaggistico, di forte attrazione turistico-commerciale e di elevata complessità urbanistico-viabilistica. Insomma, il lungolago e le sue immediate adiacenze. A conferma di questo rinnovato interesse, la presenza nei cassetti dell’Amministrazione di quattro progetti indiscutibilmente d’impatto: la realizzazione di parcheggi interrati in piazza F.lli Bandiera; il sogno europeo espresso nel masterplan del lungolago di recentissima presentazione; la realizzazione del parcheggio sull’area ex Padana gas in simbiotica connessione con l’ipotizzata (nel masterplan) passerella ciclopedolale sul San Bernardino; il secondo lotto della strada d’argine in sponda destra del torrente San Giovanni e il suo raccordo con via S. Giovanni Bosco.

Del primo non s’intende in questa sede parlare, rinviando il lettore eventualmente interessato alle riflessioni contenute qui e qui. Lo studio di fattibilità “Intra, due fiumi e il lago. Un sogno europeo” (vedi qui) ha suscitato un diffuso interesse per almeno tre ragioni: la suggestione del disegno architettonico proposto; l’inserimento delle soluzioni progettuali in un più ampio quadro di rigenerazione urbana coerenti e compatibili con i finanziamenti previsti a livello nazionale; la complessità legata alla “liberazione” del lungolago dai parcheggi attualmente fruibili tra la tettoia dell’imbarcadero e il porto vecchio e soprattutto dal traffico lungo corso Mameli. Il doppio intervento localizzato sul tratto terminale del San Bernardino (parcheggio ex Padana gas e passerella ciclopedonale tra il “Maggiore” e la progettata struttura di interscambio/mobilità tra stabili NLM, parco-giochi e SushiZero) sconta da un lato il pluriennale stallo della bonifica dell’area del gasometro su un appalto già assegnato e dall’altro l’alea del finanziamento dell’interscambio sui bandi di rigenerazione urbana. Ma il progetto che oggi a nostro parere si presenta come il più attuale e il più urgente è il quarto, quello di cui non solo nessuno parla, ma del quale sembra che si ignori persino l’esistenza: il secondo lotto della strada d’argine in sponda destra del torrente San Giovanni. Ne parleremo noi.

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La sua attualità e la sua urgenza nascono dall’inderogabile necessità di trovare una soluzione al problema del traffico che insiste sull’intera asta di corso Mameli: una vera e propria cesura tra le piazze e gli spazi pubblici antistanti la cortina delle abitazioni e l’affaccio a lago tra parco Cavallotti e palazzo Flaim, una cesura che impedisce di considerare come realisticamente realizzabile la suggestione del sogno europeo tra lago, piazze, case e fiumi di Intra. Ogni ipotesi di ricucitura fisica tra lago e città non può infatti prescindere dal trasferimento del traffico – e quello di attraversamento e quello di spostamento interno – lungo percorsi diversi da c.so Mameli. Proprio a questa logica sono riconducibili gli incarichi progettuali affidati tra il 1986 e il 2000 per l’ampliamento, l’adeguamento e il completamento della strada d’argine destro del San Giovanni, facendo di via B.gta Cesare Battisti un’arteria strategica tra l’innesto di c.so Mameli e lo sbocco su via S. Giovanni Bosco. Il primo lotto (c.so Mameli-via Resistenza) è stato progettato, finanziato e realizzato entro il 2007, mentre il secondo lotto (via Resistenza-via S. Giovanni Bosco) è stato sviluppato a livello di progetto preliminare tra il 2007 e i primi mesi del 2009. Da allora è trascorsa una dozzina d’anni e il secondo lotto è stato sostanzialmente cancellato dalla “memoria amministrativa” del Comune, azzerando una previsione di opera pubblica considerata strategica dal Centrosinistra e che – insieme ai primi due lotti della circonvallazione – avrebbe dato un contributo fondamentale alla riqualificazione complessiva della città.

I contenuti tecnico-amministrativi dell’opera possono essere letti nella sintesi della relazione illustrativa che pubblichiamo qui: un costo stimato di 1,5 milioni di euro (oggi saremmo intorno ai 2 milioni) per uno sviluppo stradale di circa 600 metri comprensivo della rampa di raccordo con via S. Giovanni Bosco, all’imbocco del ponte della Intra-Premeno.

A sinistra la rotonda da realizzare all’incrocio tra via della Resistenza e via B.gta C. Battisti e a destra, nel riquadro, la rampa di raccordo e la rotonda su via S. Giovanni Bosco all’imbocco del ponte sul torrente (cliccare sulla foto per ingrandire).

Naturalmente l’esecuzione del secondo lotto richiede la realizzazione di una rotonda d’accesso su corso Mameli e l’introduzione del doppio senso di marcia nel tratto compreso tra l’imbocco della strada d’argine e il palazzetto dello sport, oggi a senso unico, con eliminazione dei parcheggi che oggi occupano la corsia verso il fiume. Parcheggi che potrebbero essere facilmente recuperati con la sopraelevazione delle aree di sosta di villa Simonetta e tra il Cobianchi e la sponda del torrente, sfruttando i dislivelli esistenti.

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La creazione di una vera e propria strada d’argine a doppio senso, ampliata nel tratto a monte e raccordata con una rampa a via S. Giovanni Bosco, innescherebbe una vera e propria rivoluzione dei flussi di traffico della città, consentendo ad un tempo di rendere realisticamente perseguibile il sogno europeo del nuovo lungolago liberato dalle auto e di valorizzare dal punto di vista ambientale e della fruizione ludica, sportiva e ricreativa la sponda sinistra del torrente S. Giovanni, che mantiene ancora un elevato grado di integrità del suo contesto naturale. Ecco in sintesi i punti forti dei cambiamenti ipotizzati:

  • trasferimento da c.so Mameli alla nuova strada d’argine e alla viabilità interna esistente:
    • del traffico da e per la collina (provinciale Intra-Premeno);
    • del traffico da e per Possaccio-Trobaso-Valle Intrasca (via per Possaccio e via Cuboni o c.so Cairoli-via Repubblica);
    • del traffico da e per Renco-Pallanza-Suna (via XXIV maggio a senso unico direzione Intra e via Farinelli a senso unico direzione Plusc);
  • radicale alleggerimento del traffico oggi molto intenso su c.so Cobianchi e c.so Cairoli;
  • predisposizione di una razionale ipotesi di viabilità per il traffico di attraversamento della città nell’ipotesi auspicata che si riesca a realizzare il tunnel del Monterosso (ingresso in località “San Carlo” e uscita a monte del Plusc), di cui abbiamo parlato lo scorso anno in questo articolo;
  • avvio dell’ambizioso e suggestivo disegno del masterplan “Intra, due fiumi e il lago. Un sogno europeo” con l’eliminazione dei parcheggi dinanzi a piazza Ranzoni e contestuale reperimento di aree di sosta alternative all’ingresso occidentale (area di sosta e interscambio prevista al posto degli edifici della NLM, del SushiZero e del parco-giochi) e a quello orientale (sopraelevazione parcheggi esistenti di villa Simonetta e Cobianchi, nuovo parcheggio zona “pontini”) di Intra;
  • individuazione delle strade d’argine dei due torrenti come percorsi privilegiati e sostanzialmente “obbligati” per raggiungere i posteggi di attestamento indicati nel punto precedente, liberando finalmente corso Mameli dal traffico “parassitario” di coloro che lo percorrono alla ricerca di un posto-auto libero dinanzi a piazza Ranzoni.
Il cerchio verde indica la rotonda di raccordo tra la rampa del secondo lotto di via B.gta Cesare Battisti e via S. Giovanni Bosco; in rosso la diramazione dei percorsi verso la collina, verso la valle Intrasca e verso Pallanza-Suna. In blu l’auspicata traslazione verso nord del tratto terminale di via Farinelli, per consentirne lo sbocco ortogonale sulla rotonda del Plusc (cliccare sulla foto per ingrandire).

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Il secondo lotto della strada d’argine, che nel Bilancio di Previsione del 2009 il Centrosinistra allora al governo della città aveva inserito come opera qualificante del mandato amministrativo, con l’avvento della Giunta destro-leghista (2010) scompare dal Piano delle Opere Pubbliche e non vi rientrerà più per tutto il successivo decennio. Resta agli atti del Comune una scarna ed episodica corrispondenza burocratica tra l’Ufficio Tecnico e il progettista incaricato, che si interrompe nel 2014. A livello politico l’unica azione degna di nota è quella del consigliere comunale Marco Parachini, che all’inizio del 2015 – presa visione attraverso l’albo pretorio della richiesta in concessione demaniale di un terreno in sponda sinistra del torrente – invia una nota formale al sindaco invitandolo a non concedere aree del demanio comunale, proprio per evitare che una concessione a privati possa pregiudicare la realizzazione del secondo lotto di via B.gta Cesare Battisti, della cui utilità (nonché dell’esistenza di una progettazione preliminare già in possesso dell’Amministrazione) solo lui sembra essere consapevole. La segnalazione non ha però seguito nel dibattito amministrativo, anche quando la crescente attenzione alla valorizzazione turistica e alla fruizione ciclopedonale della fascia a lago tra Fondotoce e Ghiffa ripropone l’urgenza di definire soluzioni razionali per liberare da traffico e stazionamento veicolare i lungolaghi di Suna, Pallanza e Intra.

Oggi questa ipotesi non può più essere ignorata, e non solo per le ragioni che abbiamo sin qui illustrato. In questi mesi il bando nazionale per la rigenerazione urbana riservato alle città capoluogo di provincia renderà disponibili cospicue risorse statali che a Verbania potrebbero essere in parte destinate al progetto di risanamento e di riqualificazione dell’ultimo tratto del torrente San Giovanni, investendo in sponda destra sul completamento della strada d’argine attraverso la realizzazione del secondo lotto di via B.gta Cesare Battisti e in sponda sinistra sulla creazione di un percorso a forte valenza ambientale e paesaggistica e a riconosciuta fruizione sportiva e ricreativa, valorizzando appieno un contesto naturale complessivamente ben preservato che già è stato oggetto di un significativo intervento di manutenzione che si concluderà in autunno.

Ci troviamo insomma di fronte a un’opportunità di reperimento di risorse che ben difficilmente potrà ripetersi in futuro. Coglierla nei termini che ci siamo sforzati di indicare potrebbe essere l’ultima occasione per innescare un processo di autentica trasformazione della città.

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