QUANDO MANCA UNA VISIONE di Nico SCALFI e Claudio ZANOTTI

Oggi la Sassonia e, più in generale, Intra sembrano caratterizzate dalla presenza di una progettualità a spezzoni, indotta più dalla necessità di non perdere la straordinaria quantità di risorse a fondo perduto garantite da fondi FESR e PNRR che dalla progressiva, razionale e coerente emersione di una visione d’insieme della frazione….Per questa ragione può essere utile richiamare in sintesi i contenuti del disegno progettuale elaborato nel primo decennio del secolo dal Centrosinistra, allora al governo della città, disegno al quale è difficile non riconoscere i tratti della coerenza, del realismo e della solidità

La decisione insensata dell’Amministrazione comunale di procedere alla realizzazione del progetto di piazza F.lli Bandiera (qui) ripropone l’irrisolta questione di definire politicamente non soltanto un’idea di Sassonia, ma anche la vocazione complessiva di Intra, la frazione più rilevante della città sotto il profilo demografico e socio-economico. Se il recente progetto di Rigenerazione Urbana (approvato e finanziato con fondi PNRR nel 2021/2022 per 20 milioni, qui) ha puntato sulla riqualificazione del lungolago (qui), la visione della frazione delineata 15/20 anni fa sembra purtroppo essersi del tutto smarrita.

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UN PROGETTO DISARTICOLATO. Oggi la Sassonia e, più in generale, Intra sembrano caratterizzate dalla presenza di una progettualità a spezzoni, indotta più dalla necessità di non perdere la straordinaria quantità di risorse a fondo perduto garantite da fondi FESR e PNRR che dalla progressiva, razionale e coerente emersione di una visione d’insieme della frazione. A questa logica (o non-logica, qui) appartengono gli interventi su villa Simonetta e sul Palazzo del Pretorio, la progettazione del secondo lotto della strada d’argine del San Giovanni, l’interramento dei parcheggi di piazza F.lli Bandiera sormontati da una piastra di copertura, la riqualificazione complessiva (pavimentazione e arredo) di piazza Ranzoni e del lungolago tra la tettoria del vecchio imbarcadero e il porto, i parcheggi a raso in lavorazione dietro l’edificio della NLM, la passerella pedonale a lago sul San Bernardino, il cantiere abbandonato dell’ex Padana gas.

L’affastellarsi caotico di interventi annunciati e in esecuzione suscita nell’opinione pubblica sentimenti contrastanti, alimentati e amplificati dalla ribalta social. La pressoché totale disintermediazione tra decisori politico-amministrativi e popolazione (niente partiti, niente media, niente luoghi di confronto comunitario) impedisce qualunque analisi meditata e collettiva delle proposte e scatena i post di inguardabili e inascoltabili tifoserie. Manca cioè una visione politica d’insieme saggiamente esplicitata e coerente, da offrire come contributo alla definizione (anche dialettica) del futuro che si immagina per Intra, della sua autentica vocazione e del ruolo che essa intende giocare nella costruzione del nuovo volto della nostra città.

Se il quadro, pur succintamente delineato, è fondato, siamo di fronte al paradosso di una città che da un alto si scopre destinataria di risorse finanziarie ingentissime in passato mai neppure intraviste e dall’altro non riesce a capire se vi sia (e quale sia) una visione in grado di orientarne razionalmente l’utilizzo.

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UNA VISIONE UCCISA IN CULLA. Per questa ragione può essere utile richiamare in sintesi i contenuti del disegno progettuale elaborato nel primo decennio del secolo dal Centrosinistra, allora al governo della città, disegno al quale è difficile non riconoscere i tratti della coerenza, del realismo e della solidità.

  • Un ospedale a oriente. L’interlocuzione tra Comune e Istituto Auxologico aveva portato alla stesura del progetto edilizio (2008) per la realizzazione nel vasto compendio degradato di Palazzo Peretti (via De Bonis/via Simonetta) di una struttura ospedaliera di 180 posti letto riabilitativi integrata con i servizi diagnostici e ambulatoriali della contigua Villa Caramora, nella prospettiva di un potenziamento dell’offerta di cura attraverso la parziale “pianorizzazione” delle degenze di Piancavallo. Nello strumento urbanistico era inoltre prevista la costruzione di un parcheggio di attestamento pluripiano sul retro di Villa Simonetta a servizio della nuova struttura sanitaria e del terziario (ristorazione, ricettività alberghiera, commercio) che intorno ad essa sarebbe cresciuto, mentre il Comune avrebbe contestualmente messo mano alla “rivoluzione viabilistica” con il completamento della nuova strada d’argine sul San Giovanni (qui). Ignorato dalla Giunta destro-leghista (2009-2013) e indebolito dalla crisi finanziaria globale, il progetto è stato abbandonato e il compendio di palazzo Peretti s’è ulteriormente degradato; in compenso, quello che l’Auxologico non ha fatto a Intra è stato fatto da Garofalo a Gravellona Toce, con la “pianorizzazione” di molti posti-letto riabilitativi dell’eremo di Miazzina
  • Una piazza al centro. Subito dopo l’apertura (2005) del parcheggio multipiano di via Rosmini, con il Concorso di Idee per la riqualificazione della piazza San Vittore è stata pedonalizzata, ripavimentata e riqualificata tutta l’area circostante la basilica, a cui si sono aggiunti la contrada bassa e quella alta, i vicoli interni del centro storico e il parco Besozzi-Benioli con l’attigua area di Santa Marta (non è stato invece realizzato il terzo lotto del progetto, che prevedeva la riqualificazione lapidea e arborea di via XXV aprile).
  • Un teatro a occidente. L’ambizioso, pluridecennale obiettivo di cucitura urbanistica di Sant’Anna e della Sassonia (o, più in generale, di Pallanza e di Intra, dopo l’apertura nel 2004 del terzo ponte) aveva preso forma (2006-2009) nel grande progetto di un nuovo polo a fortissima vocazione culturale e sociale, imperniato su quattro luoghi di elevato valore simbolico, storico e architettonico: il nuovo teatro in piazza F.lli Bandiera arricchito di spazi commerciali e di ristorazione; l’ex Camera del Lavoro recuperata a rinnovate funzioni pubbliche (Ufficio del Cittadino/Urp, Ufficio Turistico, servizi decentrati della biblioteca civica, ecc.); la piazza attrezzata per eventi culturali all’aperto compresa tra teatro ed ex Camera del Lavoro; la Casa Ceretti come terza prestigiosa sede espositiva del Museo del Paesaggio. Insomma, un complesso di luoghi e di funzioni in grado di essere un volano straordinario per la riqualificazione terziario-direzionale e commerciale.

A quasi vent’anni dalla sua elaborazione, dei tre punti di forza di questa idea di Intra solo il secondo si è realizzato. La frazione ha così irrimediabilmente perso l’occasione di ridefinire compiutamente la propria vocazione per molti decenni a venire, dotando di nuove e importanti funzioni (sanità e cultura) gli attestamenti a est e a ovest, integrandoli organicamente con il suo grande centro storico commerciale finalmente riqualificato e risanando dal punto di vista urbanistico ed edilizio due zone (la Sassonia e l’asse via De Bonis-via Simonetta) che ancora oggi scontano una condizione di visibile decadimento.

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